Logistica e Futuro
Quando, nel 1982, con il geniale film Blade Runner, (suggerisco, a chi non lo conoscesse, di rimediare questa sera stessa) Riddley Scott ci porta in una Los Angeles piovosa e sovrappopolata e ci racconta di una società multietnica che consuma il suo tempo diurno e notturno in modo pulsante, fra le luci artificiali e i fast food, muovendosi su "macchine" volanti e senza quasi mai dormire, ci ha portato in un mondo che è istintivo definire "visionario".
L'agente Deckard, dell'unità Blade Runner, viene richiamato in servizio col compito di eliminare esemplari insubordinati di "replicanti" dalle sembianze umane che, in realtà, sono androidi destinati a lavori impossibili, in lontane colonie spaziali del nostro sistema solare. Il film, a più di trent'anni di distanza, non dimostra la sua età: in un'atmosfera destabilizzante e irreale si aveva la sensazione che tutto sembrasse paradossalmente probabile o possibile .... E noi, giovani di allora, nel guardare questo capolavoro di "immaginazione realistica" ci siamo chiesti: e se il nostro futuro fosse così?
A qualche lustro di distanza la domanda mi si è prepotentemente riproposta pochi giorni orsono, nell'atrio della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano quando, con mio stupore, (e con un po' di malcelata ludica invidia ...) un laureando si trastullava orgoglioso il suo drone, pronto ad effettuare delle riprese fotografiche aeree e quando, negli stessi giorni, il Corriere della Sera descriveva un suggestivo progetto di Amazon, che ipotizza la consegna dei pacchi utilizzando dei droni.
Ricordando un cult film, osservando un piccolo drone artigianale e immaginando gli scenari del progetto Amazon, mi sono domandato quale dovrà essere la logistica del futuro e come potrà adeguarsi ad una realtà in veloce trasformazione.
Riflettendo fra desiderio e progetto, ho provato ad immaginare e, al contempo, a raccogliere le idee su una ormai lunga esperienza professionale nella logistica.
Negli anni più recenti stiamo toccando con mano dei processi di trasformazione nati negli ultimi due decenni del secolo scorso. Parlare di globalizzazione dell'economia vuol dire parlare anche di globalizzazione della logistica, ovvero di network logistici sempre più complessi, sistemici e di grandi dimensioni. Assisteremo a ulteriori forti cambiamenti quando i paesi a basso costo di mano d'opera, col tempo, diventeranno anche i mercati di consumo più interessanti per le quantità in gioco (si pensi alla popolazione della Cina, dell'India, del Brasile ...) e quando l'accentramento degli umani in grandi poli urbani e produttivi patiranno gli effetti negativi della concentrazione, della densità e della comunicazione fisica. Esempi in tal senso già non mancano; sul pianeta sono infatti più di 60 le città che superano i 3 milioni di abitanti e più di 35 quelle che superano i 5 milioni ...., fino agli oltre 35 milioni di Shangai, tutte tipologicamente caratterizzate da un forte sviluppo verticale.
L'idea di "andare verso l'alto" non è certo urbanisticamente nuova, ma solo negli ultimi decenni si sono fatti forti passi in avanti, grazie a materiali, tecnologie e innovative tecniche di costruzione. E, soprattutto, nel futuro, cosa ci sarà di nuovo da immaginare e progettare? I problemi che si pongono sono multidisciplinari: l'uomo e le sue relazioni vitali saranno al centro del dibattito, (salute, sicurezza, socialità, etc.) ma non sarà possibile trascurare, sotto il profilo della logistica, il tema dell'approvvigionamento e delle consegne dei beni, nonché i relativi sistemi di trasporto.
Nel 1927 Ludwig Hilberseimer pubblica "Großstadt Architektur" un testo dove affronta la questione dello sviluppo della moderna metropoli. Il modello è basato sulla sovrapposizione delle funzioni entro un organismo edilizio.
Complesso, che integra edifici e infrastrutture. È come se due città fossero poste l'una sull'altra: sopra la città residenziale con il suo traffico pedonale, sotto la città degli affari con il suo traffico veicolare. La città di Hilberseimer è pensata per un milione di abitanti con una densità abitativa di 715 ab/ha. Gli elementi costitutivi sono dei grandi isolati di 100 per 600 mt. Un basamento di 5 piani è destinato alla funzioni lavorative (città degli affari) mentre la parte superiore di 15 piani è destinata alla residenza. In ciascun isolato possono essere alloggiate circa 9.000 persone e trovare spazio circa 90.000 mq di uffici e negozi. Gli isolati sono disposti in base alla migliore esposizione al sole degli edifici. La larghezza delle strade è di 60 mt, uguale all'altezza degli edifici, mentre la lunghezza dell'isolato è determinata dalla distanza della ferrovia sotterranea. La parte superiore degli isolati, più sottile ed arretrata rispetto alla sottostante, permette di localizzare in un unico edificio due tipologie edilizie:
- blocchi a corte per gli uffici e negozi con case per residenze alla quota dei percorsi pedonali, larghi 10 mt, collegati tra loro
- un corpo scala ogni 100 mt corrispondente ad una colonna di servizi comuni.
Si chiama De Rotterdam, ma è già stato soprannominato "vertical city". E' un complesso edilizio destinato a ospitare uffici, appartamenti, oltre a un centro commerciale e a un hotel. Sovrasta il Wilhelminapier, uno storico ramo del porto tutt'oggi più trafficato d'Europa, riconvertito a punto d'approdo del turismo crocieristico, nonché di intrattenimento per i locali. Con la sua capacità di ospitare 5mila persone, è il più grande e "capiente" edificio dei Paesi Bassi. Progettato dall'archistar locale Rem Koolhaas (premio Pritzker 2008), si candida a diventare il simbolo di questa città industriale -portuale, che sta cercando di rendersi attraente. Il contrasto con i vecchi dock è tutto da vedere. L'edificio, pressoché completo, sarà aperto all'inizio dell'anno prossimo.
Le aziende di valenza sovranazionale (sempre più grandi, potenti e partecipate dalle loro simili) si stanno già attrezzando da tempo: ora producono a bassi costi incrementando così i loro utili anche negli ormai difficili mercati occidentali; in futuro saranno già ben "localizzate", quando i paesi in via di sviluppo avranno il reddito per consumare i beni prodotti localmente ...
Penso che assisteremo al completamento di un processo che vedrà evolvere la logistica industriale "nazionale" in network sovranazionale, a scapito della media azienda che non saprà o potrà adeguarsi, (e ciò vale, a maggior ragione, per le piccole aziende a basso contenuto tecnologico e innovativo) necessariamente orientata ad un mercato più locale e disarmata per affrontare la sfida planetaria.
C'è poi un altro forte evento, in crescita su vasta scala, il cui effetto è oggi difficilmente valutabile, a fronte di trend con uno storico di scarso spessore: sto parlando del commercio elettronico. Quale sarà l'impatto del commercio elettronico sulla logistica fisica, sulle tecnologie, sull'organizzazione della logistica distributiva, sul traffico veicolare e quali effetti ricadranno sulla società?
E quali costi sociali (inquinamento, traffico, incidenti stradali, etc.) occorrerà fronteggiare? Come è noto le vendite e gli acquisti web sono caratterizzati da profili specifici di questo mercato, anche abbastanza intuitivi. I principali sono:
- acquisti frequenti, di valore, peso e dimensioni contenute
- tempi di consegna veloci e puntuali
- assenza di errori
- costi di consegna minimi
- clienti sconosciuti e non localizzati
Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - School of Management del Politecnico di Milano
Non sono problemi da poco e sembra pertinente l'dea di consegnare le merci di piccole dimensioni e di peso contenuto con dei droni, anche se l'idea è ancora fantasiosa e immatura. D'altro canto la città verticale del terziario, della residenza, delle forti concentrazioni di umani, di attività produttive e di svago, hanno bisogno di soluzioni sostenibili.
E cosa dobbiamo attenderci, in termini di occupazione, efficienza, tecnologia e organizzazione del lavoro nei magazzini che saranno al servizio delle esigenze di questi enormi condensatori sociali?
In questo caso immaginare è più impegnativo; anche perché esistono realtà dove la fantasia e la realizzazione si sono già sperimentate ....