La logistica al punto zero: l’unita’ di carico, dove tutto ha inizio.
La scelta dell'unità di carico (UDC) riveste un ruolo strategico per quanto concerne la gestione logistica aziendale. Ad essa è affidato il compito di creare economie di scala coniugando principi di ottimizzazione in termini di spazio e caratteristiche di resistenza agli urti che si manifestano durante la movimentazione ed il trasporto. Si è soliti suddividere le UDC in tre categorie a seconda della loro composizione:
UDC DI PRIMO LIVELLO
Sono definite anche imballaggi per la vendita in quanto costituiscono un'unità formata da un numero di prodotti a disposizione del cliente o consumatore finale. La loro movimentazione avviene manualmente e si fanno rientrare in questa categoria scatole, cassette, vassoi etc. Vedremo più avanti come la scelta delle dimensioni dell'imballaggio primario sia così rilevante da influenzare la composizione delle unità di carico di livello superiore.
L'utilizzo di questa tipologia di UDC introduce due tematiche che per la loro complessità meriterebbero di essere trattate a parte: la gestione dei rifiuti derivanti dagli imballaggi e i rischi sulla salute connessi alla movimentazione manuale dei carichi.
La normativa sulla gestione dei rifiuti si basa su principi di incentivazione volti a promuovere lo sviluppo di tecnologie pulite e a ridurre a monte la produzione e l'utilizzazione degli imballaggi. In particolare punta sul riciclaggio e recupero di materia prima e sulla promozione di opportunità di mercato volte a incoraggiare anche economicamente l'utilizzazione dei materiali ottenuti da imballaggi riciclati e recuperati.
Dei rischi derivanti dalla movimentazione manuale dei carichi ne è interessata una molteplicità di settori lavorativi i cui fattori vengono studiati in sede aziendale e sintetizzati attraverso la redazione del documento di valutazione dei rischi (DVR). Secondo il D.lgs 81/2008 il datore di lavoro deve evitare per i lavoratori la movimentazione manuale dei carichi ricorrendo ad attrezzature meccaniche.
Dove questo non è possibile è tenuto ad organizzare le postazioni di lavoro in modo che la movimentazione sia sicura ed esente da rischi, in base ad una valutazione che prenda in considerazione le caratteristiche del carico, lo sforzo richiesto, i fattori individuali di rischio e le caratteristiche dell'ambiente di lavoro.
UDC DI SECONDO LIVELLO
Si fa riferimento alle unità di carico pallettizzate la cui movimentazione è meccanizzata con carrello a forche o tramite sistemi automatici.
Affinché la superficie del pallet, le cui misure di riferimento riconosciute a livello internazionale sono 800x1200 mm e 1000x1200 mm, venga ottimizzata è necessario standardizzare la dimensione e il numero delle scatole in esso contenute. Le combinazioni che permettono un utilizzo ottimale dello spazio derivano da imballi aventi come misure sottomultipli dell'area 600x400 mm.
Oltre all'ottimizzazione ed alla saturazione degli spazi entra in gioco anche la stabilità dell'unità di carico. In particolare il carico non deve sporgere e al tempo stesso non occupare una superficie inferiore rispetto a quella del pallet. Solo queste accortezze garantiranno la sovrapponibilità delle palette. Ma ciò non è sufficiente, affinché il carico mantenga la stessa composizione che gli è stata data deve essere avvolto da un film estensibile, autoaderente e resistente alle abrasioni. La valutazione della stabilità di carico deve essere eseguita in ottemperanza alla ISO 10531 (Complete, filled transport packages - stability testing of unit loads).
La norma elenca i test da effettuare in tre diverse condizioni d'impiego delle unità di carico: prove di compressione statica per lo stoccaggio, di caduta dall'alto e urto orizzontale per la movimentazione ed infine prove di vibrazione per il trasporto. I test possono essere effettuati per mezzo di macchine denominate unit load tester, costituite da un piano di carico scorrevole sopra il quale il pallet viene sottoposto a sollecitazioni, cambi di direzione e improvvise frenate.
UDC DI TERZO LIVELLO
E' grazie alle UDC di terzo livello che si è avuto un incremento esponenziale degli scambi nel commercio internazionale. In particolare queste sono costituite da container ISO, che grazie alle loro dimensioni standard rappresentano la scelta migliore di fronte ad un trasporto intermodale di grandi quantità di merce che deve coprire lunghe distanze.
Il TEU (twenty-foot equivalent unit) è l'unità di misura per il calcolo delle sue dimensioni e corrisponde all'incirca a 40 metri cubi distribuiti su una lunghezza di 20 piedi (610 cm). Generalmente troviamo container da 1 TEU oppure da 2 TEU, quest'ultimi aventi una lunghezza pari a 40 piedi (1220cm).
Il container consente un veloce e sicuro trasferimento del carico da una modalità di trasporto ad un'altra riducendo i costi legati alla movimentazione. Dall'esigenza di ottimizzare la superficie caricando due pallet affiancati nel loro lato più lungo, operazione non possibile nei container, si sono diffuse le casse mobili, che hanno il vantaggio di essere facilmente scarrabili grazie ad appoggi fissi facenti parte del telaio.