Le Unità di Carico per la minuteria
Questo argomento è certamente interessante perché lo stoccaggio, la gestione e il picking della minuteria sono un tema che riguarda gran parte dei magazzini. Il problema è tanto maggiore quanto più è elevato il numero di codici gestiti; con 30.000 ÷ 40.000 codici e più in giacenza, è elevato il rischio che il display di picking si dilati a dismisura. Occorre quindi, individuati vincoli e condizioni al contorno, (dimensioni del magazzino, entità dei flussi in righe, volume medio in giacenza, etc.) valutare delle alternative tecnologiche per dare soluzione al proprio magazzino minuteria, tenendo conto degli investimenti necessari se ci si indirizza verso l'automazione ma, non meno, dei costi di esercizio nel caso in cui la soluzione sia più tradizionale e assorba quindi un elevata quantità di risorse umane per l'evasione degli ordini. Sul tema "minuteria" uno studio per fare delle corrette scelte di fondo mi sembra d'obbligo: "sbagliare" la soluzione non diventa solo un fallimento tecnico economico, ma chiude spesso anche ogni altra via virtuosa.
La premessa indispensabile che occorre fare ha origine da una domanda apparentemente banale: cosa è la minuteria?
Una corretta della logistica di magazzino suggerisce la seguente risposta: la minuteria non è un prodotto di piccole dimensioni, ma un prodotto la cui giacenza media è volumetricamente modesta , (diciamo , ma solo per dare un ordine di grandezza, con un volume medio in giacenza inferiore ai 100 ÷ 150 litri) con le 3 dimensioni spaziali che non eccedono una certa lunghezza (diciamo che nessun lato dell'ingombro deve superare i 50 cm. ca.)
Queste puntualizzazioni meritano alcuni commenti.
Quando la media della giacenza volumetrica di un articolo vale, ad esempio, 100 litri, è schematicamente (ma ragionevolmente corretto) sostenibile che la giacenza minima sia di 0 litri e la massima di 200 lt. Con questi numeri è immediato ipotizzare che questo articolo non sarà mai pallettizzabile: occorrerà quindi scegliere una UdC coerente all'entità volumetrica massima. E' altrettanto immediato ipotizzare che, con questi volumi in giacenza, se non esistono vincoli di gestione (tracciabilità, f.i.f.o, etc.) le scorte e il punto picking devono coincidere. Queste UdC saranno di capienza maggiore rispetto al volume della giacenza media rilevabile dell'SKU e saranno destinate ad essere piuttosto sature soltanto appena dopo l'approvvigionamento del prodotto; ciò in cambio dell'eliminazione dei rimpiazzi e a favore di sole azioni di refilling, che coincideranno con l'arrivo merci. Per ciò che riguarda le tre dimensioni spaziali dall'articolo i vincoli nascono dalla necessità di gestire la forma del bene, senza cadere nel "fuori standard". (si pensi ad un'asta, per fare un esempio, che ha una giacenza di pochi litri, ma sarà difficilmente gestibile in una cassetta o in un ripiano continuo a causa della sua lunghezza)
E' bene ricordare che la progettazione e la scelta dell'UdC non va riferita ad ogni singola SKU, ma occorre definire delle famiglie logistiche di prodotto "minuteria" con dei comportamenti volumetrici omogenei. Una classificazione ABC per volume decrescente permette di individuare dei "pacchetti" di SKU che, pur con rendimenti di saturazione variabili dell'UdC, si adattano bene ad una "certa" UdC, che sarà quella da adottare per quella famiglia di prodotti.
In funzione della distribuzione volumetrica dei codici, le UdC scelte potranno essere di numero e di volume variabile ma, tendenzialmente:
- compatibili, nelle differenti configurazioni possibili, con la scaffalatura che le deve contenere
- modulari volumetricamente
- impilabili fra loro
Evidenzio che il vano della scaffalatura a ripiano continuo che conterrà queste cassette è, a sua volta, l'UdC disponibile di maggiori dimensioni; questa potrà essere progettata ad hoc (passo, portata, etc.) e da essa discenderanno i sottomultipli da prevedere.
In questa condizione (con una corretta codifica del bene, della sua minima unità di prelievo / vendita e della sua UdC) è possibile, quando nell'area ingressi viene approvvigionato un articolo, domandare a WMS il valore di giacenza massima risultante (stock + arrivo) e fargli decidere se fare refilling sull'UdC esistente o generare una nuova UdC di dimensioni superiori. In questo caso verrà, in fase di prelievo, esaurita l'UdC più vecchia (che, svuotata, potrà diventare disponibile per un articolo coerente al suo volume) prima di prelevare da quella generata più recentemente.
Con questa scelta la mappatura del display sarà, tendenzialmente, ad ubicazioni fisse, ma con una propensione immediata ad essere dinamica. Questa strategia di gestione del magazzino minuteria permette quindi di "inseguire" anche il ciclo di vita del bene interessato che, come è noto, è soggetto a forti variazioni di giacenza nel tempo.