Il network distributivo di un’azienda che vende on line
Oggi parliamo di Network distributivo, con un focus particolare sulle aziende che vendono anche (o solo...) on line.
Gli obiettivi del network distributivo
La definizione del corretto assetto del network distributivo è un argomento molto complesso che richiede un rigoroso studio e un’attenta analisi dei dati aziendali, nonché dei costi connessi ad ogni soluzione considerata. (per un approfondimento su questo argomento potete far riferimento al corso di Logistica Efficiente: "DIMINUIRE I COSTI DELLA LOGISTICA DISTRIBUTIVA")
In generale, però, possiamo dire che l’obiettivo primario è quello di soddisfare le attese del cliente, garantendo un'elevata qualità del servizio riducendo i costi logistici globali.
Questi gli elementi che condizionano la configurazione del network distributivo:
- gli attributi della merce: densità di peso e valore, deperibilità, obsolescenza, etc.
- le caratteristiche spazio-temporali della domanda: localizzazione dei punti di origine e di consegna, stagionalità, etc.
- il livello di servizio: tempi di consegna, disponibilità, dimensioni dei lotti, puntualità, affidabilità, etc.
- i costi logistici: trasporto, magazzini, manodopera, costo delle aree
Esempi di network distributivo
Riportiamo alcuni dei casi che abbiamo avuto modo di analizzare e che riguardano aziende tradizionali che hanno cominciato a vendere on line, o che sono nate proprio grazie all’e-commerce.
1. Rete a un livello; produzione e magazzino gestiti internamente:
Figura 1 esempio di rete ad un livello: azienda produttrice
L’azienda produce i suoi prodotti, riceve dai fornitori le materie prime o i semilavorati, li gestisce in un magazzino, da cui effettua le spedizioni ai suoi clienti tradizionali e ai clienti on line; è un caso non frequente ma possibile; non vi è alcun problema sino a quando i volumi delle vendite e-commerce sono limitate, al raggiungimento di volumi importanti la logistica interna, in genere non troppo strutturata e progettata per gestire grandi spedizioni, può andare in crisi e generare importanti problemi al livelli di servizio (ritardi di spedizione ed errori di prelievo).
2. Rete a un livello; distribuzione, magazzino gestito internamente
Figura 2 esempio di rete ad un livello: azienda di distribuzione
L’azienda non produce ma acquista i suoi prodotti dai vari fornitori, li gestisce in un magazzino, da cui effettua le spedizioni ai suoi clienti tradizionali e ai clienti on line, è la casistica più classica; anche in questo caso non vi sono problemi sino a quando i volumi delle vendite e-commerce sono limitate. Se invece i volumi crescono, la logistica (in questo caso anche ben organizzata) può presentare dei limiti in quanto le caratteristiche degli ordini e-commerce (molti ordini con poche righe e pezzi per ordine, tempi di evasione molto stretti) diventano incompatibili con l’organizzazione interna e le procedure studiate e ottimizzate per ordini di grandi dimensioni, con molte righe e volumi importanti.
In questi casi potrebbe essere utile utilizzare tecniche di “Vendor Collaboration”, quali ad esempio il Dropshipment oppure il Cross Docking.
Figura 3 esempio di rete ad un livello: azienda di distribuzione, dropshipment, crossdock
Dropshipment: Il dropshipping funziona in questo modo: i clienti effettuano gli ordini attraverso il negozio online del rivenditore, il quale deve poi inoltrare l’informazione al produttore; sarà poi il produttore stesso che si occuperà della preparazione e spedizione dell’ordine.
Figura 4 schema Dropshipping
Cross Docking Operazione per cui la merce che arriva da più destinazioni viene scaricata e (almeno in parte) ricaricata direttamente su altri mezzi, senza sosta a terra, per cui si riducono le manipolazioni della merce. Ciò richiede però un perfetto coordinamento dei flussi in ingresso ed uscita, cosa molto difficile. Per estensione, si parla di cross docking anche se la merce viene scaricata, smistata e ricaricata purché in tempi brevissimi (ad es. poche ore).
Figura 5 Schema Cross Docking
3. Rete a un livello; distribuzione, magazzino gestito esternamente
Figura 6 esempio di rete ad un livello: azienda di distribuzione, magazzino gestito esternamente
L’azienda non produce ma acquista i suoi prodotti dai vari fornitori; non possiede un magazzino, ma ha appaltato il servizio logistico ad una 3PL specializzata; è questa entità che gestisce i ricevimenti della merce, lo stoccaggio e che effettua le spedizioni ai suoi clienti tradizionali e ai clienti on line, è una casistica sempre più in auge, in quanto permette all’azienda distributrice di concentrarsi sul “core business” aziendale, che in genere riguarda gli aspetti commerciali. Se scelto in maniera corretta, il 3PL garantisce un ottimo livello di servizio ed è in grado di fare fronte ai picchi di attività stagionale e legati alle vendite “flash” (vedi Black Friday, Single Day, etc).
4. Rete aziende multichannel
Figura 7 esempio di rete aziende multichannel
In questo caso stiamo parlando di aziende già presenti sul mercato tramite altri canali di vendita, per lo più “retail”; considerando che il profilo degli ordini on line è molto diverso dal profilo degli ordini del canale tradizionale, magari già consolidato da anni, è prassi comune separare l’attività logistica del canale retail con la logistica del canale e-commerce; benché l’attività potrebbe essere svolta dalla stessa organizzazione che si occupa del canale tradizionale (interna o in appalto a 3PL), vediamo sempre più spesso affidare l’attività logistica e-commerce a società specializzate in questo settore, in genere medio piccole, ma molto flessibili in termini di servizio e capaci di fornire tutta un serie di funzionalità utili al mondo on line: track and trace interno, disponibilità dei dati in real time, possibilità di interfacciarsi rapidamente con i maggiori ERP aziendali e con i principali corrieri espressi nazionali e non (EDI, Web services, etc), disponibilità di un customer service rivolto non solo al cliente mittente, ma anche ai clienti finali, etc.
Nell’ambito del network principale, spesso il magazzino on line è visto e considerato come l’N-simo punto vendita e rifornito con le stesse caratteristiche e tempifiche; a volte può essere rifornito direttamente dai fornitori, se questi sono localizzati in prossimità e sono minimamente organizzati.
5. Rete a due livelli; 1 magazzino locale e «n» periferici
Figura 8 esempio di rete a due livelli; 1 magazzino locale e «n» periferici
Questo è il caso di aziende molto organizzate presenti sul territorio con più centri di distribuzione; con questo modello di network ritroviamo molte delle tecniche discusse in precedenza: consegna diretta da parte del venditore (con partenza della merce dal magazzino più vicino o con disponibilità del prodotto), consegna diretta da parte del fornitore (dropshipment), consegna in cross dock della merce e consolidamento con la merce disponibile in magazzino.
Questo modello, in realtà più complesso, è quello adottato dal colosso delle vendite on line Amazon:
Figura 9 Il network Amazon in Europa: EU Distribution Network (EDN)
Il modello commerciale di Amazon prevede due tipologie di vendite: dirette o tramite “Marketplace”; nel primo caso il venditore è direttamente Amazon, che si rifornisce da diversi fornitori (detti “vendors”); le consegne ai clienti finali partono in genere dal centro di distribuzione più vicino oppure dal centro di distribuzione (italiano o europeo) che dispone del prodotto; i prodotti venduti direttamente da Amazon sono in genere dei “best seller” e quindi Amazon cerca di garantirne la disponibilità. Per questo motivo l’uso del dropshipment è molto limitato.
Nel casi vendita da “Marketplace” il venditore è l’azienda produttrice o distributrice del bene (in questo caso è detto “marketplacer”) e questo può decidere di gestire in proprio la logistica e le spedizioni (magari sfruttando le ottime condizioni contrattuali di Amazon con i corrieri espressi) oppure avvalersi della logistica di Amazon, tramite il loro servizio FBA, Fullfillment By Amazon, disponibile in ogni centro logistico; in questo caso pagherà un servizio di “housing” per lo stoccaggio della merce (espresso in Euro a metro cubo/mese), un costo di “handling” per il prelievo e confezionamento e ovviamente un costo di trasporto.
Le condizioni commerciali sono molto ben descritte sul sito Amazon e dipendono dal peso e volume dei prodotti e dai mercati in cui si vuole vendere il bene. Avvalersi del servizio FBA potrebbe essere un buon metodo per entrare in un nuovo mercato e testarne le potenzialità, ma si deve verificarne attentamente i costi di servizio, da sommare alle royalties che Amazon incassa sul valore della merce venduta...
Tutti questi aspetti devono essere tenuti in considerazione quando si progetta un magazzino e-commerce; allo stesso modo sono considerazioni da valutare attentamente quando si decide di eseguire tale attività all’interno di un magazzino tradizionale, magari progettato e specializzato sulle consegne nel mondo retail ...
Per saperne di più sulla logistica del settore on-line e e-commerce consigliamo di partecipare al corso "Logistica per l’e-commerce".