Efficienza logistica territoriale e dimensioni economiche
Il posizionamento di un nuovo polo logistico a servizio della distribuzione regionale.
Il principio di valutazione dell'efficienza logistica basato sulla minimizzazione del costo economico logistico totale, consente di affrontare con massima efficienza la problematica delle scelte localizzative dei poli logistici; in particolare esso facilita l’ottimizzazione logistica dal lato della domanda (minima disutilità delle imprese che domandano servizi logistici), dal lato dell'offerta (massima efficienza delle imprese che offrono servizi logistici) e dal lato dell'interesse collettivo (minima disutilità per la collettività).
È chiaro che le differenti scelte di progettazione e gestione della catena logistica che ricadono in quest’ambito (di trasporto, di movimentazione, di stoccaggio, ecc.) influiscono in modo diverso sui connessi profili di costo; il posizionamento di un polo nevralgico che faciliti l’organizzazione del trasporto ( con azioni possibili di semplice trasbordo, di Cross Docking, di transit point) o addirittura che permetta lo stoccaggio delle merci per la ventilazione delle stesse nel territorio, fa cambiare radicalmente la sommatoria dei costi che ricadono sulla singola azienda cosi come sull’insieme di aziende che partecipano alla stessa Supply Chain.
Bisogna sempre fare una disamina completa perché, alcune scelte possono causare una riduzione in alcune categorie di costo e, allo stesso tempo, un aumento in altre. Tale fenomeno può condurre a gravi errori se si affronta il problema secondo una logica di ottimizzazione parziale dei singoli ambiti di scelta e non, viceversa, secondo un approccio sistemico.
È fondamentale mettere sempre a confronto le diverse soluzioni all’interno di una matrice multicriteria di valutazione.
Il posizionamento di un polo geograficamente centrale (rispetto ai punti di ingresso e uscita del territorio stesso) consente di abbattere i costi di trasporto primario e, parzialmente alcuni costi relativi alla distribuzione sulle aree periferiche, perché la disponibilità di scorte vicine ai clienti permette di utilizzare mezzi di trasporto meno rapidi e costosi; tuttavia, questa soluzione genera maggiori costi di distribuzione sulle aree a maggiore densità demografica. La valutazione globale dei flussi permette di comprendere dove sia il giusto equilibrio.
La logica dell'approccio al costo economico logistico totale è proprio quella di comprendere tutti i costi associati alle scelte poste in essere per garantire un prefissato livello di servizio logistico, dato un determinato assetto materiale ed immateriale della rete/catena logistica.
Appare evidente che, a fronte della fornitura del medesimo livello di servizio (questa condizione può essere assunta come dato imprescindibile di input, oppure essere essa stessa un KPI nella valutazione multicriteria), si rendono disponibili differenti soluzioni progettuali influenzate a loro volta dalla localizzazione delle strutture produttive e distributive. Oltre agli input naturali, quali la morfologia del territorio o il clima, esistono anche altri fattori da valutare come la specificità del prodotto, del settore in cui l’impresa opera, l’accessibilità alle reti logistiche e, quindi, la vicinanza ai mercati di sbocco, oltre che del profilo di convenienza economica.
A fronte di diversi livelli di efficienza del sistema logistico, si rendono disponibili differenti soluzioni strategiche che vanno valutate con riferimento alle caratteristiche territoriali, alle distanze fra territori ed alle esigenze delle attività economiche che si distribuiscono e si comportano diversamente nello spazio.
Le differenze morfologiche, ad esempio, influenzano la localizzazione delle vie di comunicazione e delle infrastrutture di trasporto e, queste ultime, influenzano a loro volta la localizzazione delle strutture produttive e distributive. Altri fattori da valutare, come la specificità dei prodotti, i settori in cui le imprese operano, le fasi e le attività che contraddistinguono le filiere, l’accessibilità alle reti logistiche, la vicinanza ai mercati di sbocco, oltre che del profilo di convenienza da parte delle imprese, implicano problemi di valutazione degli effetti sul sistema dei trasporti da affrontare con gli strumenti dell'analisi economica.
La localizzazione dell’apparato produttivo, ad esempio, subisce condizionamenti e vincoli da parte di forze endogene (gruppi sociali) ed esogene (autorità pubbliche) al sistema di mercato, le quali sostengono anche interessi sociali come la salvaguardia dei livelli occupazionali, la protezione dell’ambiente ed il benessere sociale.
Fattori che influenzano sul costo logistico
A questo punto viene da chiedersi quali siano i principali fattori di influenza sul costo economico logistico totale.
Se ne riportano alcuni fra i più importanti:
- aumento dei costi di trasporto e di movimentazione;
- internalizzazione dei costi esterni;
- congestione;
- inaffidabilità dei sistemi di trasporto e relativi tempi di attesa;
- riduzione dei lead time richiesti dai clienti;
- riduzione dei costi di trasporto e di movimentazione;
- consolidamento delle spedizioni e dei flussi;
- progettazione ed implementazione di reti integrate;
- miglioramento degli standard professionali e di qualità degli operatori logistici;
- adozione di avanzati sistemi di information technology;
- aumento dei costi di gestione delle scorte;
- densità di valore dei prodotti;
- tassi di interesse;
- riduzione dei costi di gestione delle scorte;
- riduzione della complessità della supply chain (minori passaggi intermedi);
- riduzione delle scorte mediante la riduzione del numero di strutture ad essa;
- dedicate e del livello delle scorte di sicurezza;
- adozione di tecniche di supply chain management;
- costi di manodopera;
- sicurezza stradale ed ambientale.
Pertanto, ai fini del raggiungimento di una crescita economica, qualitativa di un sistema logistico territoriale "sostenibile" che tenga conto degli aspetti legati alle imprese ed al mercato (esternalità positive e negative), diviene sostanziale l’importanza di azioni indirizzate a rafforzare gli aspetti di comunicazione, promozione e studio dei fenomeni logistici e trasportistici, incentivando il confronto tra enti, operatori ed opinione pubblica per meglio definire le specifiche problematicità ed ampliare le possibili soluzioni legate alle innovazioni di sistema infrastrutturali, tecnologiche ed organizzative. Incrementando il coordinamento delle azioni di tutti gli attori di un sistema logistico, sarà possibile favorire uno sviluppo compatibile a livello settoriale e territoriale, che darebbe peraltro al territorio una competitività aggiuntiva capace di attirare nuovi investimenti ed innescare significativi processi di sviluppo endogeno ed autopropulsivo.
Le scelte di pianificazione logistico-territoriale non possono che assumere come dato di partenza che le imprese operanti in un determinato sistema locale vanno messe nelle condizioni di raggiungere il più elevato livello di efficienza nel rispetto del più elevato possibile livello di sostenibilità ambientale e territoriale. Tali livelli di efficienza vanno verificati in funzione delle caratteristiche predominanti del sistema locale produttivo/distributivo facendo riferimento ai costi logistici di categorie omogenee di prodotti caratterizzati da strutture/catene di attività logistiche analoghe e/o con forti similitudini.