Numeri in crescita per la logistica a temperatura controllata
Mai così tanta frutta e verdura Made in Italy è arrivata sulle tavole straniere con il record storico nelle esportazioni da almeno 25 anni.
Lo certifica un’analisi della Coldiretti presentata in occasione del Macfrut, la rassegna internazionale dell’ortofrutta di Rimini sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre del 2016. Fra gennaio e giugno sono stati esportati complessivamente 2,17 miliardi di kg di frutta e verdura fresca con un aumento dell’8% rispetto allo stesso peridoto dello scorso anno e un valore di 2,4 miliardi di euro.
A prevalere, precisa la Coldiretti, è stata la frutta con 1,38 miliardi di kg e un aumento del 4%, mentre le esportazioni sono state di 789 milioni di kg per le verdure ma con un aumento del 14%. Un risultato ottenuto nonostante l'embargo totale in vigore nei confronti dei prodotti ortofrutticoli nazionali da parte della Russia che è stata storicamente un importante mercato di sbocco.
Come poche volte è accaduto nel passato, le esportazioni di frutta e verdura hanno sorpassato in quantità le importazioni con un netto miglioramento della bilancia commerciale del settore.
La crescita del business reefer internazionale è appena stato oggetto di analisi anche da parte di Drewry Research con un report intitolato “Reefer Shipping Market Review and Forecast 2016/17” nel quale viene descritto un segmento d’attività che nel 2015 e anche nel 2016 ha fatto registrato numeri in crescita. Le previsioni per il futuro parlano di un tasso di crescita medio del 2,5% all’anno che porterà a circa 120 milioni le tonnellate di merce reefer da movimentare via mare in container nel 2020.
Sempre nell’analisi di Drewry si dà conto del fatto che la flotta di navi specializzate (con stive refrigerate) va riducendosi progressivamente da anni, mentre parallelamente cresce la disponibilità di capacità a bordo delle navi portacontainer. Attualmente sono infatti oltre 400 le navi cellulari in costruzione che saranno attrezzate con allacci per collegare i container reefer alle prese elettriche.
Kevin Harding, l’analista che ha firmato il rapporto in questione, dice: «Drewry stima che l’industria del trasporto marittimo containerizzato abbia guadagnato in questa nicchia di business circa 4 miliardi di dollari nell’esercizio 2015. Quest’anno, però, a causa di un rallentamento della domanda di trasporto e di una rincorsa fra i vettori marittimi globali per accaparrarsi ogni carico disponibile, anche questo segmento d’attività sta generando ritorni con margini negativi, esattamente come accade per i carichi di rinfuse secche».
Il tema della logistica a temperatura controllata è stata al centro del dibattito anche all’ultimo evento Cool Logistics Asia appena tenutosi a Honk Kong e dove Ronald Veldman, maritime business analyst di Seabury, ha parlato a proposito del reefer come di uno dei pochi settori d’attività in crescita nell’anno nero dei container. Tra gennaio e giugno di quest’anno, secondo le rilevazioni di Seabury, ci sono stati circa 160mila Teu in più a bordo delle navi portacontainer rispetto allo stesso periodo del 2015. Il “freddo” ha fatto segnare un +7% mentre i surgelati un più modesto +4%.
«Oltre a volumi crescenti di merci in esportazione dall’America Latina, la crescita mondiale di carichi refrigerati è giustificata in larga parte anche dalle crescenti importazioni di carne in Cina» ha sottolineato Veldman, precisando che l’altro grande importatore mondiale di container reefer sono gli Stati Uniti. Tutta la regione dell’Estremo Oriente (Giappone, Filippine, Taiwan e Tailandia) sta contribuendo in maniera significativa alla crescita del comparto alimentando anche flussi in aumento di merci trasportate via mare su rotte intra-asiatiche. Secondo i dati di Seabury fra il 2010 e il 2015 questi traffici marittimi ragionali sono cresciuti di oltre 280.000 Teu e le prospettive future sembrano ancora più incoraggianti.
In questo quadro l’impatto del crac della compagnia di navigazione sudcoreana Hanjin Shipping sulla logistica reefer sembra essere trascurabile. “L’ortofrutta non dovrebbe risentire troppo della vicenda della compagnia coreana, nel via mare si sta spostando verso trasporti specializzati in reefer container e piccole navi, spesso anche con carichi misti” si legge in un intervento di Luca Lanini , docente di logistica e supply chain management all’Università Cattolica di Piacenza-Cremona.
“L’ortofrutta viaggia molto ma può crescere in futuro soprattutto nelle piccole imbarcazioni che possono fare reefer container e stivaggio; una tendenza, questa, confermata dalle statistiche internazionali. Non a caso, le compagnie commerciali di fama dedicate all'ortofrutta proprietarie di navi si affidano a piccole unità, mentre aumenta il numero delle navi miste”. Il tutto, aggiunge Lanini, mentre nel Mediterraneo faticano ancora a svilupparsi le autostrade del mare con le navi ro-ro (adatte al trasporto di camion e semirimorchi) al servizio dei carichi refrigerati.
Il docente universitario conclude la sua disamina su Hanjin evidenziando che “la compagnia coreana praticava tariffe molto basse: per un reefer container dall'Oriente alla Germania potevano bastare tra i 1.000 e i 1.500 euro, vale a dire tre volte meno il costo normale. Quotazioni quasi al livello di quelle attuate negli anni dello shock petrolifero di inizio anni duemila”.