E-commerce VS. logistica: più minacce o più opportunità?
Il 2017 per come è iniziato sembra essere a tutti gli effetti l’anno del matrimonio fra e-commerce e logistica. Da una parte i marketplace e dall’altra vettori marittimi e spedizionieri.
Dopo essersi osservati e annusati negli anni passati questi due comparti hanno capito di potersi essere utili a vicenda e hanno iniziato a stringere alleanze. Precursore è stata, come spesso accade, la prima compagnia di navigazione al mondo per il trasporto container, vale a dire la danese Maersk Line, che nei primi giorni dell’anno ha annunciato una partnership con Alibaba seguita poi da altre operazioni simili condotte da Cma-Cgm, da Zim e altri vettori marittimi. In pratica a chi acquista online viene proposto direttamente sul portale un partner a cui affidare il proprio trasporto.
Anche in Italia la startup Sendabox ha da poco annunciato l’avvio di una partnership con il marketplace Kijiji.it per occuparsi di tutte le spedizioni dei prodotti venduti sul portale di annunci online. Sendabox è stata fondata nel 2014 da Federico Pozzi Chiesa (gruppo Italmondo), nel 2015 è entrata nel mercato tedesco con Sendabox.de, nel 2016 ha acquisito un’altra startup (IoRitiro) e ha chiuso con un volume d’affari che ha raggiunto 1,3 milioni di euro (+36 % rispetto al 2015 e +15% rispetto al business plan). Di sicuro per i corrieri espresso il commercio elettronico ha innescato un’ondata di nuovo business e i risultati lo dimostrano.
Dunque l’e-commerce rappresenta solo una grande opportunità?
Non proprio. Basti pensare al più grande marketplace al mondo, Amazon, le cui mire espansionistiche nel mondo della logistica e dei trasporti sono ormai note avendo noleggiato aerei, costruito magazzini e ottenuto licenze per operare come spedizioniere marittimo.
Antonio Ascari, sales manager di Maersk Italia, a proposito delle nuove sfide imposte dai colossi dell’e-commerce ha detto: «I vari Alibaba e Amazon è vero che oggi contribuiscono ad alimentare le spedizioni di merci in giro per il mondo ma non dimentichiamo che hanno richiesto e stanno ottenendo licenze per diventare spedizionieri e trasportatori. Oggi dunque sono clienti, un domani chissà...».
Qualche marketplace dunque genererà business per le aziende del settore logistica, altri invece cercheranno di sottrarne conquistando quote di mercato.
Quale sarà invece l’impatto sugli intermediari dei trasporti?
Si pensi ad esempio agli spedizionieri: una categoria che rischia di essere tagliata fuori se anche il processo d’acquisto delle imprese (e non solo quello dei consumatori) venisse progressivamente disintermediato. O meglio: venisse completamente intermediato dai marketplace.
Il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba sembra voler collaborare con gli spedizionieri di tutto il mondo, compresi quelli italiani, e in quest’ottica va letto l’accordo siglato fra il gruppo cinese guidato da Jack ma e Wca Ltd, uno dei più grandi network internazionali di spedizionieri a cui aderiscono in Italia oltre 120 società. Alibaba ha infatti offerto a un selezionato numero di case di spedizione la possibilità di interagire con la propria piattaforma online tramite il nuovo Wca eCommerce network.
Alessandro Pitto, presidente dell’associazione genovese degli spedizionieri (Spediporto) nonché amministratore delegato di Casasco&Nardi (una delle case di spedizioni aderenti a Wca), dice che «finora il commercio elettronico ha generato uno scarso indotto sugli spedizionieri, mentre ha decisamente incrementato i volumi trasportati dai corrieri espresso». Secondo lui se l’e-commerce sta facendo la fortuna dei corrieri sul fronte delle consegne di pacchi e piccoli colli ai consumatori finali, allo stesso modo le case di spedizione possono guardare con interesse a un incremento degli approvvigionamenti di merce da una parte all’altra del mondo.
Pitto spiega meglio il concetto dicendo: «Se sempre più aziende italiane vendono i loro prodotti sul portale di Alibaba ci sarà probabilmente bisogno di approvvigionamenti verso la Cina per far sì che la merce, una volta acquistata dagli utenti del sito, sia disponibile nel giro di pochi giorni. Idem dicasi per i produttori cinesi che intendono vendere ai consumatori italiani. In questo contesto è prevedibile che ci saranno aziende interessate a spedire un numero crescente di container di merce dall’Italia alla Cina (e viceversa) con conseguente gestione delle attività di magazzino. La distribuzione finale dei singoli prodotti o di piccoli colli continuerà ad avvenire tramite i corrieri».
Roberto Liscia, presidente di Netcomm, in un suo intervento ha evidenziato che “la logistica, in tutte le sue articolazioni, è stata sicuramente un importante artefice del successo, anche in Italia, dell’e-commerce. In questi ultimi anni abbiamo visto un salto di qualità del settore impensabile fino a qualche tempo fa. Ma diversi fattori suggeriscono che in futuro le modalità di ritiro avranno un peso decisamente maggiore rispetto all’attuale”. Le ricerche di Netcomm hanno evidenziato che i servizi logistici, e in particolare quelli di delivery, risultano essere tra i principali fattori capaci di influenzare giudizi e scelte dei compratori on-line.
Secondo Liscia diversi elementi hanno mostrato come l’attuale mix di modelli di delivery in Italia siano ancora in fase di forte evoluzione e che i clienti e i diversi stili di vita hanno esigenze molto diversificate. Infatti, sebbene attualmente il servizio di consegna riguardi oltre il 90% di tutte le spedizioni, diversi fattori suggeriscono che in futuro le modalità di ritiro (ad esempio presso i locker) avranno un peso decisamente maggiore rispetto all’attuale.
Insomma l’e-commerce e la logistica sono un treno in corsa che ormai non si può più fermare: prima si sale a bordo e prima si può capire in che direzione sta andando per poter fare le scelte giuste. Le opportunità non mancheranno.
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