Spedizionieri sempre più al centro del trasporto merci
Chi pensa che le case di spedizioni e, più in generale, il mestiere di spedizioniere delle merci sia destinato all’estinzione si sbaglia. La tecnologia, la digitalizzazione i marketplace non basteranno a mettere questa professione fuori mercato.
Ne sono convinti gli spedizionieri italiani rappresentanti dall’associazione di categoria nazionale Fedespedi e quelli genovesi aderenti a Spediporto, secondo i quali mai come oggi lo spedizioniere è di nuovo al centro dell’attenzione dei mercati e degli investitori.
«Da architetti del trasporto ancora nei primi anni ’90, a “trade solution provider” di questi anni, per arrivare a breve a essere i nuovi “service & data provider” della logistica» ha detto Alessandro Pitto, presidente di Spediporto in occasione dell’ultima assemblea annuale.
Secondo Spediporto sono prova del dinamismo e dell’attrattività degli spedizionieri le molteplici operazioni di fusione e acquisizione che stanno avendo luogo in questi ultimi mesi anche in Italia. Si parla dell’acquisizione di Panalpina da parte di Dsv, dei recenti takeover completati da Rhenus, fra cui l’italiana Cesped, o ancora l’acquisto di Saga Italia da parte di Kerry Logistics. Ma anche di importanti acquisizioni effettuate da parte di carrier marittimi. «Queste operazioni sono la dimostrazione concreta del fatto che, se da un lato la nostra professione è in costante evoluzione, dall’altro il nostro ruolo mantiene e continuamente riafferma una crescente centralità nell’ambito delle supply chain globali e delle strategie dei soggetti che ambiscono a gestirle» è il pensiero di Pitto. «Lo spedizioniere rappresenta oggi più che mai il ponte che unisce il mondo dell’industria e il mondo del trasporto e della logistica. Mondo della logistica che continua a crescere, guidato da un crescente grado di terziarizzazione».
Secondo l’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano il mercato della logistica conto terzi in Italia vale oggi 43,5 miliardi di euro, con un incremento di 4 miliardi negli ultimi 5 anni.
Un’altra riflessione emersa durante l’assemblea riguarda il valore espresso dalla professione dello spedizioniere, dal lavoro quotidiano negli uffici, nei porti, negli aeroporti, nei magazzini e nelle sezioni doganali. «Valore che con sempre maggiore difficoltà si riesce a trasmettere al mercato e a concretizzare in una dimensione remunerativa soddisfacente» ha sottolineato il presidente di Spediporto. «La pressione sui prezzi e sulle marginalità è sempre maggiore ed è frutto di trend economici, di mercato e tecnologici che continueranno, inesorabilmente, a spingere in questa direzione. Questo è un dato di fatto con il quale facciamo quotidianamente i conti e al quale le nostre aziende hanno sempre saputo rispondere, evolvendosi in organizzazioni agili ed efficienti». A questo proposito gli spedizionieri genovesi si dicono «profondamente convinti che i veri costi della logistica non siano quelli riferiti ai servizi quotidianamente prestati dalle nostre aziende, ma quelli causati dalle carenze infrastrutturali, dalle inefficienze amministrative e burocratiche e dalla incapacità di fare sistema che complicano e rallentano tuttora il nostro lavoro».
Alessandro Pitto, presidente di Spediporto e Silvia Moretto, presidente di Fedespedi
Silvia Moretto, da poche settimane presidente di Fedespedi, da parte sua ha sottolineato «la tendenza da parte dei grandi gruppi armatoriali alla verticalizzazione delle attività di gestione della supply chain, all’arrivo di nuovi player potenzialmente disruptive sul mercato logistico e distributivo, come Amazon. Riteniamo che sia fondamentale che tutti gli attori possano operare a parità di regole: non ci devono essere deroghe che agevolino la crescita e l’espansione oligopolistica su più mercati di alcuni a discapito di altri».
Poi c’è il tema della digitalizzazione, prioritaria anche per il nostro settore e che sta imponendo un cambio di passo alle aziende associate. «La tecnologia Blockchain è ancora embrionale, ma l’interesse cresce velocemente anche in termini di numerosità dei progetti e delle sperimentazioni. Sarebbe auspicabile attivare una partnership tra pubblico (magari con il neonato Gruppo di Esperti sulla blockchain del MiSE) e privato per arrivare a una certificazione univoca del dato digitale nel transito delle merci».
A proposito di azioni concrete che l’associazione degli spedizionieri sarà chiamata a mettere in atto, Moretto ha citato, ricordando che la categoria per la stragrande maggioranza è formata da aziende piccole e medie, attività come: consulenza, formazione e tutela anche nelle sedi istituzionali. «Le sfide del contesto attuale vanno affrontate con determinazione, volontà di innovazione e focalizzazione da parte delle singole aziende, e la Federazione è chiamata ad agevolarle erogando servizi di qualità e promuovendo la creazione di un terreno fertile in termini di chiarezza normativa e semplificazione burocratica intorno a loro» ha aggiunto la numero uno di Fedespedi.