Sistemi per lo stoccaggio intensivo
Una valida soluzione per l’assorbimento dei picchi stagionali nei CE.DI. della Grande Distribuzione Organizzata
Partiamo da un’importante considerazione: il numero di pallet da stoccare all’interno dei magazzini della GDO è un dato estremamente dipendente dai fenomeni di stagionalità. Ragionare sugli stoccaggi medi ha senso ma, analizzando le distribuzioni statistiche del numero di pallet a fine di ogni mese, ci si accorge che la frequenza di superamento degli eventuali limiti di specifica della distribuzione è molto elevata, intendendo per limite di specifica proprio il valore massimo accettabile che ci tenga lontani da fenomeni di saturazione.
Si parte dalla considerazione, quasi scontata direbbe qualcuno, che si è sempre in carenza di posti pallet per le scorte ma nei picchi stagionali il rischio è veramente quello di vivere in saturazione ogni giorno. Si innesca così quell’effetto fisarmonica che spesso rende ulteriormente onerosi i processi di stoccaggio ( e i conseguenti processi di abbassamento dei pallet da scorta a picking).
È evidente che varrebbe la pena analizzare i cicli d’ordine in ingresso, le logiche e le frequenze di ordinazione e capire se ciò che entra sia veramente funzionale alle previsioni di domanda specifiche per i periodi di picco. È chiaro che i picchi di stoccaggio sono una evidente realtà, anche e soprattutto in questa tipologia di magazzini, ed essi vanno assorbiti per evitare, di fatto, decadimenti del livello di servizio e/o inutili colli di bottiglia agli ingressi merce.
Atteso il fatto che questa crescita dello stock sia motivata dall’incremento dei volumi di movimentato in uscita, la Logistica deve rispondere con soluzioni stabili e durature che evitino che si ripresenti il fenomeno alla stagione di picco successiva.
Va detto che sono poche le referenze per le quali si ha l’incremento esponenziale citato, qualche decina su un assortimento di oltre 12000 articoli mediamente presenti. Per esempio l’estate è indubbio che i principali codici del prodotto “acque” avranno incrementi di movimentato e quindi di giacenza media mensile (3 mesi!) molto elevati.
Se il fenomeno dell’Overflow di magazzino preoccupa, non sempre i picchi stagionali motivano investimenti consistenti di crescita delle superfici (e delle altezze) delle Infrastrutture di magazzino; ogni stagione si arriva consci di quello che succederà e si cercano sistemi tampone che possano assorbire la criticità e “affrontare” il periodo barcamenandosi sul livello di servizio da dare limitando l’impegno di costi fissi.
Sicuramente andrebbe fatta un’analisi progettuale molto approfondita che deve chiamare in causa innumerevoli fattori e pone di fronte a scelte impegnative per il medio e lungo periodo.
Soluzioni più snelle portano invece a pensare di crescere su/all’interno di se stessi, o per meglio dire progetti di modifica non eccessivamente invasiva del Layout attuale che permettano di riequilibrare il CUS (coefficiente di utilizzazione superficiale misurato in plt/mq) verso valori più elevati: si parla di raddoppiare e, alcune volte, addirittura, triplicare il CUS; ne consegue quindi la crescita della potenzialità ricettiva dell’area Stock senza la necessità di farla crescere in estensione ma sfruttando meglio le caratteristiche di stoccaggio della stessa area.
I magazzini intensivi sono di fatto una buona risposta a quest’esigenza e lo sono ancor di più quando l’intensificazione della capacità di stoccaggio riguarda in particolare un numero limitato di referenze ma che hanno improvvisamente una crescita esponenziale di pallet medi stoccati.
La loro prerogativa è proprio quella di far incrementare il numero di pallet stoccato per unità di superficie.
Infatti, volendo elencare le caratteristiche principali potremmo parlare di:
Occupazione di spazio: tutti i sistemi per lo stoccaggio intensivo permettono di sfruttare al massimo la superficie del magazzino.
Utilizzo: raggiungono il loro miglior rendimento quando si gestisce una grande quantità di pallet contenenti una sola referenza e con rotazione non prioritaria.
Per contro va detto che questa soluzione di stoccaggio ha bassa selettività e non permette di applicare la logica FIFO (first In First Out) poiché, la per estrarre i pallet ubicati nella posizione più interna della struttura, è necessario prelevare i pallet che li precedono; tuttavia stante la caratteristica delle referenze di cui si parlava precedentemente, questo aspetto non risulta assolutamente limitante.
Inutile sottolineare che tutti gli Indicatori di prestazione e utilizzazione superficiale quali Capacità ricettiva, CUS, Selettività devono guidare la scelta di tali sistemi particolari per lo stoccaggio per esempio il fatto di disporre di un sistema siffatto non sempre è sinonimo di un aumento della capacità effettiva. Quando si dedica ogni tunnel a un solo articolo, con un normale flusso di lavoro, si considera mezzo pieno e la sua capacità effettiva è il 50% rispetto a quella fisica. Tuttavia, in presenza di più di una corsia, tale scarto si riduce.
Infine è importante sottolineare come tali sistemi devono “amalgamarsi” in maniera armonica con le altre parti del Layout completo dell’area stock. L’errore da non fare è quello di pensarli come “un magazzino autonomo” nel magazzino generale. Essi rispondono ad un’esigenza specifica, questo è vero, ma il flusso IN /OUT che li caratterizza è assolutamente legato al flusso generale dei Pallet in ingresso verso scorta e poi in abbassamento verso ubicazione di Picking o verso area spedizioni perché movimentati a pallet interi.