Il magazzino del futuro – parte 3
leggi la seconda parte
Come aiutare uno staff di magazzino che invecchia e che è sempre più difficile da rinnovare
Abbiamo visto come l’effetto combinato della decrescita demografica e dell’invecchiamento della popolazione avrà un impatto diretto anche sulla forza lavoro che sarà disponibile per il magazzino del futuro, non ché sulla loro effettiva capacità di eseguire lavori pesanti e usuranti.
La contromisura d’elezione è sicuramente da individuarsi nelle svariate proposte relative all’automazione, la cui adozione - come si sa - riduce fin dalla base la necessità di ricorrere al lavoro dell’uomo, facilitando peraltro le operazioni che ancora saranno a carico dell’essere umano: ma di questo parleremo più avanti.
La scienza e la tecnologia hanno però da qualche tempo individuato alcune tecniche per ridurre il grado di affaticamento indotto da condizioni oggettivamente pesanti dal punto di vista fisico e mentale, e segnatamente facciamo allusione al tema degli esoscheletri e della realtà estesa.
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Gli esoscheletri:
I disturbi muscoloscheletrici (MSD) sono uno dei più comuni problemi di salute legati al lavoro, e causano – oltre agli ovvi problemi personali di chi soffre di tali disturbi – anche un non trascurabile ammontare di costi indiretti alle aziende, legati alla necessità di addestrare i sostituti di chi è in malattia, ore e ore di produzione persa in attesa del sostituto, spese mediche, spese per sostenere eventuali cause legali, nonché un clima aziendale di abbattimento morale e conseguente assenteismo.
Quindi prevenire gli infortuni sul lavoro aumenta la salute e la felicità dei lavoratori, ma fa anche risparmiare denaro alle organizzazioni in molti modi.
Gli esoscheletri hanno avuto applicazione soprattutto nell'industria militare e per fini sanitari, ma è già da più di dieci anni che essi sono proposti anche in magazzino, proprio per ridurre l’insorgere e gli effetti dei disturbi muscoloscheletrici sul posto di lavoro. Si prevede una buona crescita per il mercato degli esoscheletri, con un +18% da qui al 2030, anche alla luce dei più recenti progressi di questa tecnologia.
Questi dispositivi, per ora specializzati in funzione della parte del corpo umano cui si applicano, sono classificabili tra quelli “passivi” (ossia che assorbono l'energia dai movimenti e che la rilasciano quando è necessario il supporto) e quelli “attivi” (che sono alimentati esternamente e dotati di sensori che li mettono in condizione di percepire i movimenti del corpo umano, reagendo con supporto quando necessario). Questi ultimi sono ancora poco diffusi e probabilmente per un certo tempo ancora non prenderanno troppo piede.
Dal punto di vista delle applicazioni, è bene menzionare gli esoscheletri progettati specificamente per il supporto lombare (che possono essere utili per i lavoratori che si piegano, sollevano e trasportano oggetti pesanti come scatole o pneumatici nelle strutture), per poter lavorare sollevando le braccia oltre le spalle (la movimentazione continua di pesi al di sopra dell'altezza delle spalle, come quando si caricano gli spazi superiori dei container, è infatti uno dei principali fattori di rischio) e per consentire agli operatori di sedersi anche in postazioni di lavoro che, per mancanza di spazio, non possono essere equipaggiate con sedie (si tratta di soluzioni denominate "sedie senza sedia", attaccate alle gambe del lavoratore, che si ripiegano quando il lavoratore si accovaccia, fornendo loro un supporto simile a una sedia, per poi ritrarsi quando il lavoratore si alza di nuovo).
L’obiettivo degli esoscheletri non è tanto quello di aumentare la produttività del singolo processo o operazione (es. sollevare più colli in un’ora di quanto non se ne sollevino senza), quanto piuttosto aumentare la salute e la sicurezza dei dipendenti. Poiché le operazioni logistiche devono – come detto – fare i conti con una forza lavoro che invecchia e con una crescente carenza di manodopera, gli esoscheletri (essendo in grado di ridurre lo sforzo fisico) sono diventati un argomento di interesse per le organizzazioni logistiche che cercano di limitare i tassi di assenteismo per malattia particolarmente elevati che interessano l’industria.
Inoltre, l'adozione degli esoscheletri potrebbe anche essere vista come un elemento di differenziazione per la aziende, che diventerebbero così più in grado di attrarre manodopera.
Tuttavia, va ammesso onestamente che fin qui implementazioni su larga scala non si sono ancora viste, soprattutto perché i dispositivi attualmente disponibili offrono supporto solo per specifici insiemi di movimento, limitando la loro applicazione a casi d'uso di nicchia.
L e principali difficoltà ad una diffusione più massiccia sono le seguenti:
- ci sono aspettative ancora irrealistiche sui risultati effettivamente conseguibili;
- l'implementazione iniziale è ancora più simile a un progetto di gestione del cambiamento, che a una semplice installazione di nuovo hardware, vista la forte necessità di personalizzazione;
- la maggior parte degli esoscheletri disponibili comunque non sono agevoli da indossare e aggiungono un peso non trascurabile: ciò crea un trade-off tra il vantaggio in alcuni movimenti e un onere in altri;
- per passare dai progetti pilota alle implementazioni effettive, l'accettazione da parte degli utenti non è l'unico ostacolo da superare: dati quantificabili, come gli impatti sulla produttività e i risparmi sui costi derivanti dalla riduzione delle assenze per malattia, devono in qualche modo essere osservati con attenzione, per risultare un business case “vincente”.
Nel prossimo articolo scopriremo altri aspetti …