Perché lasciamo che sia il Digital Marketing a definire la futura visione della Supply Chain?
I leader della Supply Chain stanno manifestando una crescente frustrazione per il divario tra ciò che sarebbe possibile realizzare nell'era digitale e quello che invece si verifica nella quotidianità del lavoro.
Nella nostra vita privata viviamo in un'era digitale, ma non è possibile dire lo stesso per le nostre Supply Chain.
Recentemente sono frequenti seminari che trattano gli argomenti dei nuovi trend del Digital Marketing e le innovazioni del business digitale.
La loro previsione del futuro sarebbe una fusione di robotica, sistemi di apprendimento e automazione vocale, un mondo in cui si ha più voce - intesa come facoltà di espressione attraverso l'uso dei social - ma nel quale si è ascoltati meno. Questo ritratto di un mondo con pochi lavoratori e senza fabbriche è preoccupante. La produzione è un elemento fondamentale per un'economia sana e per l'esistenza della classe media. Per quanto comunque il business digitale offra molte opportunità.
Ci siamo quindi chiesti: Perché stiamo lasciando che sia il marketing digitale a definire la futura visione della Supply Chain? e poi: Come possiamo renderci utili?
Ogni fine anno i dirigenti affinano le strategie per il successivo. La parola digitale compare ovunque nelle loro presentazioni: acquisti digitali, agricoltura digitale, produzione digitale. Fa quasi sorridere, ma cercano semplicemente di rendersi più attraenti.
I professionisti della Supply Chain vorrebbero implementare alcuni dei concetti più moderni e non amano i sistemi e le tecnologie attualmente utilizzate, per questo molti si sentono "bloccati". È una brutta sensazione, non sanno quali siano le domande giuste da porsi e come iniziare. Vorrebbero abbracciare il nuovo, ma non riescono a far funzionare "il vecchio".
Per molti è un paradosso. Come possono rinnovare la loro vision? Come possono distinguere una moda da quello che invece crea davvero valore?
Le evoluzioni tecnologiche sono molte: l'Internet degli oggetti, la mobilità, le analisi di dati tipicamente non strutturati come quelli dei social network, i sistemi di apprendimento cognitivo, i software in cloud, l'integrazione nelle reti B2B, l'e-commerce, le immagini digitali. Stiamo iniziando a vedere la convergenza di queste tecnologie nei processi digitali, ma solo per gli utilizzatori più precoci.
Acquisto Digitale: uno studio sulla gestione delle promozioni commerciale nei primi mesi del 2014 rivela che il 60% delle aziende di beni di largo consumo stanno lavorando ad una strategia per la definizione di un percorso digitale per l'acquisto. Ovvero inventario automatico, guida della domanda a monte del punto vendita, guida la domanda all'interno del punto vendita, estrazione dei dati dalla cassa e raccolta dei feedback post vendita.
In realtà la maggior parte di questi sforzi sono resi vani dai sistemi tradizionali di gestione del rapporto con i clienti e dalla scarsa conoscenza di base della catena degli approvvigionamenti. Solo il 57% dei rivenditori adotta sistemi di inventario permanente e pochissime aziende (circa il 22%) investono nella raccolta dei dati attraverso l'utilizzo di sistemi che registrino l'andamento della domanda (Demand Signal Repository - DSR). Pochi comprendono la differenza tra dati diretti e quelli provenienti da fonti esterne (indagini, studi di marketing, modelli previsionali).
Produzione Digitale: Ad oggi risulta difficile anche solo trovare professionisti competenti in materia di produzione digitale e questo la dice lunga. Solo il 5% delle aziende del settore manifatturiero cercano di utilizzare la mobilità nella produzione e solo il 15% delle aziende di componentistica stanno perseguendo attivamente la stampa tridimensionale in produzione (stampa digitale viene utilizzato maggiormente per i prototipi).
Apprendimento cognitivo: Potrebbero occorrere altri 5 anni per vedere sistemi di pianificazione della Supply Chain in grado di imparare mentre dormiamo. Ad oggi solo il 9% delle aziende di processo sta sperimentando tecniche di apprendimento cognitivo. Queste tecnologie consentono la rilevazione, l'apprendimento e l'implementazione di processi basati su ontologie regolate.
Reti Business-to-Business: Secondo alcuni studi in merito all'utilizzo delle reti B2B e l'evoluzione delle strutture canoniche di integrazione non ci sono dubbi: tali modelli e le forme più avanzate di integrazione offrono vantaggi significativi al tradizionale interscambio di dati tra sistemi informativi, ma la tecnologia principale per le reti B2B rimane oggi il foglio di calcolo di Excel. Infatti solo il 9% dei flussi commerciali transita attraverso reti B2B.
Analisi dei Big Data: un altro studio sulla gestione di grandi volumi di dati e tecniche di analisi avanzate rivela che solo il 21% delle aziende hanno un team dedicato alle sperimentazioni di nuovi modelli per i Big Data. Mari di dati offrono opportunità che le aziende non saranno mai in grado di utilizzare a meno che non si decidano a investire.
E-commerce: La definizione di e-commerce è cambiata notevolmente in un solo decennio. Mentre nei primi anni 2000 l'e-commerce era appannaggio dei rivenditori, oggi dovrebbe essere strategico per quasi tutte le aziende produttrici. Infatti la vendita diretta al consumatore è un potente strumento per la crescita, ma richiede la completa riprogettazione dei sistemi logistici. Molte aziende stanno rapidamente virando verso un 2-6% di vendite dirette, ma si stanno anche scontrando con la necessità di ripensare la gestione del magazzino e degli ordini.
Cosa fare allora?
Prima di tutto muoversi. A nessuno piace quello che abbiamo oggi e non possiamo permettere che siano i professionisti del marketing digitale a definire il futuro della Supply Chain.
Alcune raccomandazioni:
- Concepire il futuro in maniera interfunzionale. Dedicare del tempo ai team del marketing digitale e condividere come i loro sforzi e possano fondersi con i nostri. Concentrarsi sulla Supply Chain e su come questa possa essere una spinta per la crescita attraverso l'uso di modelli di economia collaborativa, strategie "testa e impara" o di e-commerce.
- Finanziare nuove tecniche di analisi dei dati. Attualmente uno dei problemi della Supply Chain è costituito dalla difficoltà nell'ottenere i dati necessari. Gli investimenti fatti nell'ultima decade hanno permesso di inserire i dati nei sistemi, ma le aziende sono incapaci di estrarli e gestirli compiutamente. Da questo punto di vista le aziende produttrici sono indietro rispetto a settori come quello assicurativo o bancario. Ci sono molti motivi, la mancanza di una chiara strategia di analisi dei dati, la convinzione che si tratti solo di un extra offerto dal fornitore dell'ERP e la mancanza di investimenti.
Esistono nuovi modelli di analisi più economici e più veloce da implementare rispetto a quelli più convenzionali proposti dai classici fornitori. - Immaginare cosa possa essere la Supply Chain. Liberarsi dei paradigmi attuali e ripensare le vostre Supply Chain in maniera innovativa.
- Coltivare i talenti. Stiamo perdendo la battaglia per lo sviluppo dei talenti. Sempre più aziende ritengono di aver perso la loro capacità di assumere le giuste figure e di formare talenti della Supply Chain. Bisogna iniziare a concentrarsi su come coltivare il mid-management e renderlo capace di affrontare le sfide poste dal business digitale.