Il ruolo dei costi logistici nelle strategie di pricing - parte 2/2
La ripartizione dei costi indiretti di logistica.
I costi di logistica distributiva tipicamente diretti, allocabili quindi a ciascun articoli, sono chiaramente i costi di spedizione a cliente, così come i dazi doganali. Molti altri costi sono invece tipicamente indiretti e, pertanto, sarà necessario allocarli nella maniera più corretta possibile attraverso l'identificazione del più appropriato coefficiente di ripartizione. Si consideri il seguente business case.
Una azienda produce tre articoli caratterizzati dai seguenti volumi annuali di produzione, vendita e stock medio (si veda figura 3).
Figura 3. Dati di vendita, produzione, stock espressi in pezzi.
In seguito alla produzione, gli articoli sono stoccati in un magazzino affittato da terzi ad un canone di 5.000€/mese (60 k € annui); la movimentazione degli articoli (da linea produttiva a deposito ed il carico automezzi) è effettuata da personale dipendente (totale costi del lavoro pari a 50 k € /annui); la pianificazione delle spedizioni viene curata da un back office composto da due persone per un costo annuo di 80 k €, mentre una persona (pari ad un costo annuo di 35.000 €) cura l'emissione dei documenti di trasporto. In fase di definizione del prezzo degli articoli, come allocare questi costi logistici indiretti ai tre oggetti di costo A, B e C? Si veda figura 4.
Figura 4. Business case: i costi logistici indiretti da ripartire ai tre oggetti di costo.
Si consideri in primo luogo il costo back office dedicato alla pianificazione delle spedizioni. Il criterio causale sembra abbastanza semplice ed identificabile con i volumi venduti: sono le spedizioni che "causano" / "guidano" il costo del back office.
Il calcolo sarà quindi: 80.000€ / (24.000+ 70.000 + 82.000) = 0,45 €. Ogni articolo, nel calcolo del suo costo totale, riceve quindi una quota di costo indiretto pari a 0,45 €.
E' un ragionamento corretto e valido? Sembrerebbe di sì, a patto che i tre articoli siano tra loro assimilabili a livello di conversione pezzo/volume: ad esempio, si ipotizzi che l'articolo C abbia un volume molto minore dell'articolo A e che nella unità logistica (quindi in ogni collo o pallet spedito), le quantità contenute di C siano doppie rispetto ad A:
o Articolo A: 10 pz per ogni pallet; 24.000 pezzi = 2.400 pallet
o Articolo B: 10 pz per ogni pallet 70.000 pezzi = 7.000 pallet
o Articolo C: 20 pz per ogni pallet; 82.000 pezzi = 4.100 pallet
A questo punto il coefficiente di ripartizione deve essere modificato: al posto del numero di pezzi spediti risulta più corretto utilizzare il numero di unità logistiche spedite. Pertanto, il calcolo modificato risulta: 80.000€ / (2.400+7.000+4.100) = 5,93 € per ogni pallet e ogni pezzo dei tre articoli riceverà la seguente quota di costi indiretto:
o Articolo A: 5.93/10 = 0,59 € per ogni pezzo
o Articolo B: 5.93/10 = 0,59 € per ogni pezzo
o Articolo C: 5.93/20 = 0,30 € per ogni pezzo
Appare quindi chiaro come con il primo criterio (pezzi venduti), l'articolo C veniva ingiustamente penalizzato. Un ultima considerazione: qualora tutte le spedizioni richiedano lo stesso impegno del back office, il ragionamento fin qui svolto risulta completo; qualora, tuttavia, ci fossero due tipi di spedizioni (nazionali ed extra EU) e l'impegno richiesto risulti molto differente (organizzazione dei carichi, inter modalità, verifica costi, ....) sarà allora necessario introdurre una ulteriore modifica: si ipotizzi che l'articolo A sia interamente spedito extra EU e che l'impegno per queste spedizioni sia valutato come doppiamente gravoso, allora l'allocazione degli 80.000 € potrebbe essere così modificata: 80.000 € / (2.400*2+7.000+4.100) = 5,03.
Utilizzando quest'ultimo coefficiente di ripartizione, gli 80.000 € sarebbero così allocati ai tre articoli:
o Articolo A: 5,03*2.400*2 = 24 k€; rapportando il totale al volume unità vendute (24.000), ogni articolo assorbe 1 €;
o Articolo B: 5,03*7.000= 35 k€, rapportando il totale al volume unità vendute (70.000), ogni articolo assorbe 0,50 €;
o Articolo C: 5,03*4.100=20,6 k €, rapportando il totale al volume unità vendute (4.100), ogni articolo assorbe 0,25 €.
L'articolo A risulta ora chiaramente penalizzato ma questa penalizzazione è in linea con il criterio causale dei costi individuato: unità logistiche spedite, ponderate per la complessità delle attività di spedizione.
Si consideri ora il costo del personale dedicato alla bollettazione/preparazione documenti di trasporto, pari a 35.000 € annui. Per l'allocazione di questo secondo tipo di costo è possibile considerare valide le considerazioni sopra esposte: il numero di pezzi venduti potrebbero essere un primo coefficiente di ripartizione, ma qualora i volumi (conversione tra pezzi ed unità di spedizione) tra articoli differiscano molto tra loro (come nel nostro caso), sarà necessario prendere il numero di colli o pallet spediti: 35.000 € / (24.000/10 + 70.000/10 + 82.000/20) = 2,59 € allocato ad ogni pallet.
Rapportando il coefficiente di 2,59 € al numero di pezzi per pallet si ottiene la quota di costo per ogni articolo:
o Articolo A: 2,59/10 = 0,26 €
o Articolo B: 2,59/10 = 0,26 €
o Articolo C: 2,59/20 = 0,13 €
In conclusione, il coefficiente più appropriato per la ripartizione dei 35.000 € risulta essere l'unità logistica spedita.
Spostandoci dai costi legati alla logistica distributiva, ai costi di stoccaggio si tratterà di seguito una possibile allocazione dei 60 k € sostenuti per l'affitto del deposito. Il driver più corretto risulta essere lo stock medio: più elevato risulta lo stock a magazzino di un determinato articolo, più costo di affitto deve essere a questo imputato.
Riprendendo quindi dalla tabella 3 i dati di stock medio in pezzi e convertendoli in pallet:
o Articolo A. stock medio pari a 8.000 pezzi pari a 800 pallet
o Articolo B. stock medio pari a 7.000 pezzi pari a 700 pallet
o Articolo C. stock medio pari a 5.000 pezzi pari a 250 pallet
L'allocazione dei 60 k € può essere effettuata in questo modo: 60.000 € / (800+700+250) = 34,28 €
o All'articolo A saranno quindi allocati: 34,28 € * 800 = 27 k €
o All'articolo B saranno quindi allocati: 34,28 € * 700 = 24 k €
o All'articolo C saranno quindi allocati: 34,28 € * 250 = 8,5 k €
L'articolo A ha stock medio più elevato e quindi una quota maggiore di costi da assorbire; poi viene l'articolo B ed infine C. Il ricarico su ogni pezzo sarà quindi:
o 27 k € / 24 k pezzi = 1,14 € per ogni pezzo
o 24 k € / 70 k pezzi = 0,34 € per ogni pezzo
o 8,5 k € / 24 k pezzi = 0,1 € per ogni pezzo
Sulla base del coefficiente di ripartizione scelto (stock medio espresso in unità logistica) l'articolo C beneficia, oltre che di una quota totale di costi inferiori (8,5 k € contro i 24 k € allocati a B ed i 27 k € allocati ad A) anche di una conversione più favorevole pezzi/ pallet (minor volume).
Si consideri infine il costo di movimentazione articoli, pari ad un valore annuo di 50 k €. Che cosa guida questo tipo di costo? Il driver più appropriato sembra essere il totale movimentazione in entrata e uscita (produzione e vendite): all'aumentare della movimentazione aumenta l'assorbimento del costo.
Riprendente i dati della tabella 3 e sommando volumi prodotto e venduti (sempre convertiti in unità di movimentazione logistica e non in pezzi):
Articolo A: 2.400 + 2.600 = 5.000 pallet movimentati
Articolo B: 7.000 + 7000 = 14.000 pallet movimentati
Articolo C: 4.100+4.000 = 8.100 pallet movimentati
L'allocazione dei 60 k € ai tre articoli sarà quindi 50.000 / (5.000+14.000+8.100) = 1,85 €
o All'articolo A saranno quindi allocati:1,85 € * 5.000 = 9.2 k €
o All'articolo B saranno quindi allocati: 1,85 € * 14.000 = 25.8 k €
o All'articolo C saranno quindi allocati: 1,85 € * 8.100 = 14.9k €
L'articolo B, caratterizzato da una maggiore movimentazione, riceve la quota maggiore di costi da assorbire. Il ricarico su ogni pezzo sarà quindi:
o Articolo A: 9,2 k € / 24 k pezzi = 0,38 €/pezzo
o Articolo B: 25.8 k € / 70 k pezzi = 0,37 €/pezzo
o Articolo C: 14.9 k € / 82 k pezzi = 0,18 €/pezzo
Concluso il processo di allocazione di costi logistici indiretti, in figura 5 si riportano le quote di costi indiretti allocati ai tre articoli ed i relativi coefficienti di ripartizione individuati per ogni categoria di costo.
Figura 5. Allocazione dei costi indiretti logistici e relativi coefficienti di ripartizione.
All'articolo A risulta allocata una quota di 2,78 € al pezzo di costi logistico indiretti, all'articolo B 1,47 € mentre a C solo 0,66 €. Una verifica del corretto procedimento di calcolo può essere eseguita in questo modo: moltiplicando i costi indiretti di ogni articolo per i volumi di vendita annui si deve ottenere il totale dei costi indiretti: 2,78*24.000 + 1,47*70.000 + 0,66*82.000 = 225 k €.
Alla quota di costi logistici indiretti sopra calcolata andranno aggiunti gli altri costi indiretti (indiretti di produzione, commerciali, ..) ed i costi diretti: si otterrà in questo modo il totale costo dell'articolo; applicando a quest'ultimo il mark up per si arriverà alla determinazione del prezzo finale. Si ricorda la procedura full costing rappresentata in figura 2.
Conclusioni.
Il business case sopra trattato e volto ad esemplificare alcune modalità di allocazione dei costi logistici indiretti, permette di trarre alcune conclusioni.
Appare innanzitutto evidente come la scelta del corretto coefficiente di ripartizione sia possibile solo attraverso una approfondita conoscenza della operatività logistica: ogni categoria di costo può infatti avere driver di costo differenti e solo tramite il coinvolgimento della funzione logistica è possibile assicurare un corretto processo di costificazione del prodotto, caratteristica basilare per l'implementazione del completo processo di pricing.
In secondo luogo è importante sottolineare come al crescere della complessità operativa, del numero di sku e/o del numero di transazioni il processo di calcolo del costo di prodotto come sopra esemplificato può essere gravoso ed implementabile solo tramite sistemi gestionali avanzati. Oltre infatti alla identificazione dei coefficienti ed al calcolo del costo di prodotto, è infatti indispensabile procedere periodicamente ad un confronto tra calcolo teorico e dato actual, confronto implementabile solo attraverso una automazione dei calcoli ed integrazione nel software gestionale.
Infine, la predisposizione e l'implementazione di un modello come quello sopra presentato, con il conseguente impiego di risorse, assume significato solo nel caso in cui i costi di logistica rappresentino una quota significativa del totale costi aziendale (si pensi ad esempio a categorie merceologiche "povere", con basso valore aggiunto): in questi casi una errata o approssimata allocazione dei costi logistici indiretti comprometterebbe il calcolo del prezzo e quindi la profittabilità del prodotto. Qualora invece la quota dei costi logistici sia minimale rispetto al totale costi, un calcolo approssimativo (come potrebbe essere quello di rapportare il totale costi indiretti sempre e solo attraverso le unità vendute) seppur sbagliato può risultare accettabile in quanto non compromette in maniera apprezzabile il processo di pricing.
In generale, si può affermare come la scelta di procedere nel dettaglio tramite multipli criteri di ripartizione, come mostrato nel business case sopra svolto, risulti giustificata solo bilanciando tra loro il costo dell'intero processo di allocazione con il beneficio nel risultato finale (accuratezza nel processo di determinazione del costo di prodotto e quindi del prezzo finale).