L'eccellenza logistica italiana nel Canale di Panama
Intervista a Biagio Oro, Industrial Projects Director di Geodis Wilson Italia
Pochi forse lo sanno ma il nuovo Canale di Panama che sarà inaugurato il prossimo anno ha uno stretto legame con l'eccellenza logistica italiana. Oltre al general contractor Salini Impregilo che ha svolto i lavori di costruzione della nuova via d'acqua, hanno avuto un ruolo di primissimo piano anche la ditta padovana Cimolai, cui è spettato il compito di costruire materialmente le paratoie del nuovo canale, e Geodis Wilson Italia, che ha curato tutte le attività di logistica di queste enormi chiuse trasportate dall'Italia a Panama.
Secondo le previsioni dell'Autorità del Canale di Panama (ACP), il piano di espansione (che permetterà di raddoppiare il numero delle navi in transito, oltre a triplicarne la stazza) sarà terminato entro la fine del 2015 e il volume delle merci che attraverseranno il Canale è destinato a crescere in media del 3%, ogni anno fino al 2025.
Geodis Wilson è una delle società leader a livello internazionale nelle spedizioni e trasporti marittimi e aerei. Con 9.000 dipendenti in più di 50 paesi, l'azienda offre soluzioni di logistica integrata su misura ai propri clienti consentendo loro di operare come "best in class". Con un fatturato di 2,58 miliardi di euro nel 2013, Geodis Wilson è la divisione freight forwarding del Gruppo Geodis che nel 2008 è diventato di proprietà delle ferrovie francesi SNCF. Con i suoi 40.000 dipendenti in più di 60 paesi e un fatturato di 9,1 miliardi di € (2013), SNCF Geodis si posiziona tra le prime 7 aziende del settore nel mondo.
Direttore del reparto Industrial Projects di Geodis Wilson Italia è Biagio Oro.
Perché è stata scelta Geodis Wilson Italia per questa commessa da record?
Nel 2012 Geodis ha partecipato a un tender internazionale bandito da Cimolai, la società incaricata di costruire 16 paratoie del peso ciascuna di oltre 4.000 tonnellate da trasferire poi a Panama via mare con una complessa catena logistica studiata ad hoc. Superando la concorrenza di altri importanti operatori anche del Nord Europa che si erano consorziati o avevano costituito joint-venture, la nostra offerta è stata ritenuta la più valida dal punto di vista economico ed esecutivo.
Il contratto, del valore complessivo di circa 60 milioni di dollari, era stato firmato a maggio del 2012, l'inizio operativo della logistica era fissata a giugno 2013 e si è concluso nelle scorse settimane con la consegna dell'ultima delle 16 paratoie necessarie per la costruzione del nuovo sistema di chiuse.
Può raccontare nel dettaglio quali sono state le fasi operative di questo progetto?
Cimolai aveva il compito di costruire presso il cantiere Cimar di San Giorgio di Nogaro le paratoie. Ciascuna di queste "lock gate" realizzate in lamine di alluminio misura quanto un palazzo di 10 piani in altezza (37 metri) e due campi da tennis in lunghezza (58 metri), con una larghezza di 10 metri e un peso che varia dalle 3.500 alle 4.200 tonnellate. Nella fase iniziale del progetto, un team dedicato di ingegneri ha condotto uno studio di fattibilità per questo trasporto durato circa 7 mesi.
Date le enormi dimensioni del carico in questione, sono stati necessari 4 viaggi transoceanici, ognuno della durata di 22 giorni, per completare la spedizione delle paratoie dal cantiere italiano di S. Giorgio di Nogaro fino a Panama, passando dal porto di Trieste. Da Porto Nogaro le paratoie sono state imbarcate singolarmente a bordo di una chiatta da 15.000 tonnellate di portata che veniva poi rimorchiata a Trieste dove avveniva il trasferimento su una banchina e successivamente a bordi di una nave oceanica.
Per sollevare e trasferire ogni singola paratoia sono stati necessari 128 carrelli modulari SPMT (self propeller modular transporter) e 1.024 ruote.
Da Trieste una nave oceanica ha trasportato quattro paratoie per volta fino all'imboccatura atlantica del Canale di Panama dove era stato allestito un piazzale per lo sbarco delle chiuse da posizionare successivamente (nuovamente via chiatta) ai due lati del nuovo canale.
Sia le chiatte che i carrelli SPMT sono state forniti dalla società belga Sarens, mentre le navi oceaniche erano della società cinese Cosco e della coreana Stx.
Ci sono state fasi particolarmente complesse in questo lavoro?
Paradossalmente le fasi più critiche sono state quelle antecedenti il vero a proprio trasporto delle paratoie. Nello specifico la prima fase complessa è stata lo studio di fattibilità dell'intera catena logistica: l'individuazione delle navi giuste da impiegare, la ricerca dei subfornitori adatti e gli aspetti tecnici da verificare e da analizzare attentamente per trasferire carichi "extra large" da 4.000 tonnellate di peso.
Una volta completato questo primo step, la seconda fase più complessa è stata quella relativa alla stesura del contratto fra Geodis Wilson e Cimolai che in questo lavoro era il committente. È stato necessario un lungo periodo di negoziazione e di confronto con il coinvolgimento di consulenti tecnici e legali (noi ci siamo avvalsi dello studio legale Mordiglia e dello studio tecnico navale Ansaldo).
Anche al nostro interno abbiamo creato un team dedicato con alcune figure ingegneristiche abbinate ad altre operative. In totale fra personale interno ed esterno hanno lavorato a questo progetto per Geodis Wilson Italia circa 20 persone (ovviamente senza considerare l'indotto portuale, dei trasporti, ecc.).
Tutto è filato liscio e le tempistiche sono state rispettate?
Non c'è stato nessuno incidente di percorso e per fortuna non abbiamo avuto problemi imprevisti e imprevedibili. Il nostro lavoro è stato portato a termine con 45 giorni di anticipo, segnando una nuova pietra miliare nella storia delle spedizioni transoceaniche di grandi impianti destinati a opere di rilievo globale.
Particolare attenzione è stata posta nello sviluppo di un sofisticato sistema di ancoraggio e fissaggio durante tutte le operazioni di carico, scarico, imbarco e trasporto, volto a risolvere i problemi di stabilità dovuti alla grandezza e ai pesi eccezionali delle paratoie.
Issate su carrelli SMTP semoventi di 120 assi e messe in sicurezza attraverso speciali saldature e leganti, le paratoie sono state caricate su navi oceaniche semi-sommergibili, lunghe oltre 180 metri e con capacità di peso di 24 mila tonnellate.
Questo progetto per la portata, la complessità e la gestione efficace dell'intero processo, si è distinto nell'ambito dei servizi project cargo realizzati a livello mondiale nel corso degli ultimi dodici mesi e ha consentito a Geodis Wilson di ottenere un importante riconoscimento da parte di "Heavy Lift & Project Forwarding International", prestigiosa rivista dedicata ai professionisti del settore, che ha evidenziato la conclusione delle operazioni di trasporto delle 16 paratoie tra i Top 10 "Shipments of the Year" per il 2014.