Investimenti e Industria 4.0, opportunità in crescita per gli ingegneri
Nel 2020 in Italia gli investimenti in tecnologie inerenti all’Industria 4.0 si attestavano sui 4 miliardi di euro circa; per il 2022 dai dati emerge che gli investimenti sono stati per oltre 7 miliardi di euro. Il sistema industriale italiano non perde l’occasione per accogliere la sfida e approfittare dell’innovazione per digitalizzare i processi (anche grazie agli incentivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Pnrr); ma non solo: molte aziende stanno investendo sempre più in sistemi di automazione, controllo e gestione altamente sofisticati (del resto, l’Italia è il secondo Paese europeo, dopo la Germania, per numero di robot installati negli stabilimenti produttivi). Un aspetto importante è quello che riguarda il binomio con l’ingegneria: il sistema ordinistico deve aiutare gli ingegneri liberi professionisti a cogliere le enormi opportunità offerte da questa transizione.
È ciò che emerge dallo studio Ingegneria e digitalizzazione dei processi d’impresa. Industria 4.0 e le nuove frontiere di Industria 5.0 del centro studi CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri): secondo il report, il 77% degli ingegneri dell’Informazione iscritti all’Albo considera strategiche o da approfondire le competenze nell’ambito di industria 4.0 e il 78% degli ingegneri del settore industriale esprime lo stesso orientamento.
Sembra essere arrivato il momento di rafforzare le conoscenze (in continua e costante evoluzione nella digitalizzazione dei processi in ambito manifatturiero); è necessario, inoltre, aumentare di intensità le opportunità formative sulla materia e sui modelli organizzativi che gli studi professionali possono adottare per affrontare meglio le sfide di mercato poste da Industria 4.0. E, come riporta lo studio, “il CNI intende impegnarsi a incentivare e stimolare all’interno del sistema ordinistico una maggiore diffusione della Cultura Industria 4.0”
A questo, si deve accompagnare un piano che all’interno del nostro sistema possa guidare le scelte e le opportunità dei professionisti. Come illustrato dallo studio, a questo proposito, risulta fondamentale il ruolo del sistema ordinistico, “con l’obiettivo di creare un humus culturale che consenta ai professionisti di cogliere le opportunità del mercato”. Anche perché il modello Industria 4.0 inizia a coinvolgere anche alcuni settori del terziario, oltre a quello manifatturiero.
Le nuove frontiere della transizione digitale: verso il settore dei servizi
Di Industria 4.0 se ne parla ormai da qualche tempo, principalmente da quando fu varato il Piano Industria 4.0 nel 2016. Come sintetizzato nel report, le principali tecnologie che hanno consentito il passaggio a una produzione efficiente e digitalizzata sono: l’Industrial Internet of Things (IIoT); i sistemi di automazione avanzata; l’Industrial Analytics; l’Advanced HMI (Human Machine Interface); il Cloud Manufacturing; la Manifattura Additiva. A loro volta, queste tecnologie possono rientrare in tre macro-ambiti di applicazione: Smart Factory; Smart Lifecycle; Smart Supply Chain.
Questi sistemi permettono in modo evidente di efficientare la produzione, ridurre i costi e i tempi, contribuire al miglioramento continuo dei processi, garantire una sostenibilità sia a livello economico sia a livello ambientale, ma pure per quanto concerne il ruolo delle persone in questo scenario. Infatti, come conferma il report, ci troviamo già a un primo e sostanziale cambio di passo: oggi si parla di Industria 5.0, termine che indica un processo più spinto di automazione delle macchine e di digitalizzazione, che pone una particolare attenzione all’essere umano. Più precisamente, “l’Unione Europea ritiene che i nuovi processi di digitalizzazione debbano garantire ulteriori sviluppi secondo criteri umanocentrici, di sostenibilità e di resilienza”.
Ciò porta a un’innovazione costante e a molteplici declinazioni della tecnologia. Infatti, la digitalizzazione sta arrivando anche al settore dei servizi; tuttavia, mentre nel caso della manifattura, consente forme sempre più evolute di progettazione, automazione e controllo, nel secondo permette la modernizzazione di attività terziarie. Come emerge, risulta in crescita la domanda di soluzioni per l’automazione in campi come: gli edifici e le infrastrutture di grandi dimensioni; l’intralogistica; la logistica outbound; la produzione e la distribuzione di energia; le applicazioni di automazione mobile.
Tutto questo conduce a un sostanziale cambiamento del modus operandi di imprese e professionisti, specialmente gli ingegneri, che si trovano di fronte alla sfida di condurre la rivoluzione in atto e che, per questo, devono essere messi nelle condizioni di potersi aggiornare costantemente.