PEV O NON PEV questo è il dilemma
Le auto elettriche plug-in (PEV), di cui fanno parte l’auto elettrica a batteria e l’auto elettrica ibrida plug-in, oggi sono, più che mai un’importante opzione di scelta sia come vettura privata, sia per i veicoli commerciali e la distribuzione delle merci.
Ormai abbondano le dimostrazioni della convenienza all’utilizzo di un mezzo PEV in determinate condizioni, soprattutto in contesti urbani. Le case atomobilistiche che hanno investito molto su tale segmento di mercato per la crescita futura arrivano, con un conto economico ben definite ad enfatizzare l’estrema economicità e vantaggi che le PEV garantiscono. A tali aspetti si aggiungono tutte le importanti considerazioni relative all’abbattimento dell’inquinamento generato dai motori a combustione.
Il credere a questo nuovo tipo di mobilità è talmente forte che alcune case automobilistiche produrranno, dall’anno prossimo, alcune city car già esistenti esclusivamente con trazione elettrica.
Nonostante questo e nonostante ultimamente si sia investito molto sulle infrastrutture di ricarica (pubbliche e private; si pensi che oggi insieme al veicolo PEV viene venduta all’utente una postazione Wall Box per la ricarica autonoma), la penetrazione nel mercato delle PEV non ha raggiunto i livelli sperati.
Secondo un rapporto del 2016 dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), in Italia, la quota di mercato dei PEV è uguale o inferiore al 2%.
Perciò è complicato capire quali siano le variabili che influenzano la scelta del consumatore e cosa lo spinga a passare da un’auto classica a un’auto elettrica.
Per meglio comprendere il fenomeno e determinare quali variabili, più di altre, possano incidere sulle ”non scelte” di una vettura che apparentemente è vantaggiosissima, ho fatto quattro chiacchiere con Francesco Manca, Ricercatore al Department of Civil and Environmental Engineering Centre for Transport Studies - Imperial College London.
Sono emersi spunti molto interessanti sui criteri di scelta.
Si parte dal fatto che la conoscenza delle specifiche caratteristiche del PEV e delle infrastrutture di ricarica è in generale ancora molto bassa. Gli unici consumatori che hanno un'alta consapevolezza del veicolo e dell’infrastruttura sono i consumatori che hanno acquistato un PEV o quelli veramente interessati all'acquisto.
I nuovi modelli econometrici per analizzare la scelta tengono conto delle classiche variabili caratterizzanti l’alternativa come il costo dell’auto, i costi di ricarica, l’autonomia della batteria, il diverso livello di accelerazione, i punti di ricarica (a casa, nei luoghi di lavoro, centro città, stazioni etc), l’attrattività estetica del tipo di veicolo, ma anche delle variabili socioeconomiche come il reddito, l’età, il sesso, la professione, il livello di educazione, numero di auto, numero di membri della famiglia.
I modelli introducono altresì, tutta una serie di nuove misure che tengono conto degli aspetti psicologici che possono influenzare la scelta.
Queste nuove variabili psicometriche spiegano le attitudini positive e negative verso i PEV.
Tra le attitudini che vengono considerate per lo studio dell’adozione dei PEV dobbiamo ricordare: la “preoccupazione per l’ambiente”, l’attitudine pro o contro l’ambiente stesso, “l’interesse per la tecnologia”.
Generalmente, gli esperimenti per lo studio delle preferenze verso nuove tecnologie sono attentamente personalizzati anche se progettati su scenari ipotetici. Dunque gli individui esprimono la loro scelta senza avere alcuna vera esperienza del prodotto. Per questo tra le varie attitudini incluse nel modello matematico è stata inclusa anche la misura dello “scetticismo” di cui bisogna tenere in considerazione (Jensen et al., 2013).
Queste attitudini non essendo direttamente misurabili vengono chiamate variabili latenti e vengono quantificate con tecniche di analisi fattoriale attraverso specifiche domande attitudinali raccolte durante le interviste. Successivamente queste variabili vengono incluse nei modelli econometrici con avanzate tecniche econometriche che combinano modelli di scelta discreta e modelli di equazioni strutturali: i modelli di scelta discreta ibridi.
Ulteriori studi hanno dimostrato come l’influenza sociale non possa essere trascurata nello studio dell’adozione di nuove tecnologie come i PEV. I modelli tradizionali infatti partono dall’assunzione che il consumatore sia una persona perfettamente razionale che effettua una scelta individualistica volta a massimizzare il profitto.
Ma questa assunzione non è sempre vera, considerato il fatto che ogni individuo è influenzato direttamente o indirettamente nella vita di tutti i giorni: direttamente dalle persone con cui interagisce faccia a faccia o attraverso i social networks; indirettamente, guardando la tv o leggendo giornali e articoli sul web.
Non considerare questi elementi nella scelta effettuata dal consumatore sembra abbastanza riduttivo. I processi dell’influenza sociale vanno opportunamente quantificati e inclusi nel modello econometrico per capire se effettivamente influenzano la scelta. Questa attitudine, inserita come variabile latente nel modello per spiegare l’utilità dell’alternativa auto elettrica, influenza positivamente e significativamente la scelte del consumatore.
Dai risultati degli studi condotti si evince che il driving range del PEV (l’autonomia della batteria) è il fattore critico che influenza maggiormente la scelta del consumatore, specialmente se la persona ha una sola auto e non ha la possibilità di utilizzare un’altra auto in caso di lunghi viaggi.
Altra variabile significativa è la velocità massima raggiungibile, in elettrico, dalla vettura. In particolare quando questa era sotto i 120km/h, la willingness to pay (disponibilità a pagare del consumatore) raddoppiava nuovamente dopo il periodo di prova.
Un altro punto importante riguarda il tipo di auto. Solitamente la preferenza per i PEV cresce nel caso di auto di segmenti minori; a questa logica si è visto però che fanno eccezione le cosiddette Supercar (oggi diverse di esse vengono realizzate in elettrico).
Infine per quanto riguarda le variabili psicometriche come “preoccupazione per l’ambiente” e “l’apprezzamento per le nuove caratteristiche tecnologiche dell’auto” o variabili sull’influenza sociale che rivelano ad esempio quante persone hanno adottato il PEV nella propria cerchia di conoscenze (familiari amici, colleghi, vicini di casa), queste generalmente hanno un effetto positivo sulla preferenza per il PEV.
In sintesi, le informazioni dedotte come output dei vari modelli e studi condotti, sono fondamentali per poter indirizzare e le politiche di intervento, sia nelle politiche di intervento infrastrutturale dei territori, sia per le strategie produttive delle case automobilistiche.
Conoscendo l’elasticità della domanda e la disponibilità a pagare del consumatore si potranno canalizzare “le scelte” e mettere le basi verso un cambio radicale verso il PEV che è di fatto sempre più vicino.