La riorganizzazione logistica dei ricambi auto
Premessa.
I maggiori produttori di automobili stanno investendo sempre più sul Business del Post vendita: questo alla luce della comprensione che la vera marginalità di tutta la filiera è da ricercare proprio sui processi aftermarket.
È molto più saggio organizzarsi per operare al meglio con il mercato che si ha e, parallelamente, puntare al settore del post vendita, che può ancora garantire buoni margini e tassi di crescita interessanti dovuti alla necessità di manutenzione e assistenza del rilevante parco circolante esistente che non viene sostituito con gli stessi ritmi del passato.
Un’altra considerazione importante è la seguente: il post-vendita, a differenza della produzione automobilistica, non si può delocalizzare: al contrario, resta dove circolano le vetture già vendute.
Insomma, per chi intende continuare a operare nel mondo dell'auto e restarci con tutti e due i piedi ben saldi a terra, la strada è quella dell'aftermarket, interpretato però nel senso più esteso del termine: Servizi di Manodopera sulle vetture e Ricambi.
Se è vero che questi ultimi rappresentano una parte fondamentale del business, si deve riconoscere che la loro commercializzazione genera flussi fra i magazzini centrali dei brand, i concessionari e le officine autorizzate sempre più articolati ed anche costosi.
Il nuovo assetto logistico distributivo
In una logica di crescita e complessità che sopraggiungono, le case automobilistiche stanno rivalutando i processi logistici che supportano il mercato post vendita dei ricambi: l’obbiettivo è ovviamente quello di contrarre i costi e incrementare il livello di servizio!
La novità maggiore che riguarda il mondo della logistica automotive è la nascita delle Placche (piattaforme logistiche).
Si tratta di un radicale cambio di modello per la filiera del ricambio con cui il costruttore punta a entrare direttamente nella distribuzione ricambi indipendenti. Se infatti fino a ieri il modello distributivo dei ricambi era attraverso i concessionari dei brand; attualmente il modello delle placche prevede la ricezione della merce direttamente dalla produzione; la placca poi, con una gestione centralizzata, sarà in grado di consegnare sia ai concessionari sia alle officine autorizzate ma anche alle officine indipendenti.
Al pari di quanto è successo in altre filiere logistiche, sta avvenendo una contrazione dell’intera catena, a discapito dei piccoli magazzini territoriali, finora gestiti direttamente presso i concessionari, in nome e per conto delle case automobilistiche stesse.
L’attuale modello determina un’importante contrazione dei costi logistici di filiera.
Il gruppo PSA (costituito dai marchi automobilistici Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors) inaugura la prima placca a Marsiglia già a luglio 2016; essa è solo la prima “Placca” di una strategia più ampia, che dovrebbe portare ad everne 40 in Europa, 12 in Francia e 28 tra nel Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Svizzera, Italia, Spagna, Portogallo.
Da PSA capostipite di questa offensiva, a Renault e Bmw, diverse sono le case automobilistiche che sono interessate a questo modello, al fine di contrarre i costi ed incrementare il livello di servizio nelle forniture.
Quello che resta da capire è come le concessionarie guadagneranno sul Parts (mondo ricambi), se è vero che le “placche” potranno consegnare direttamente alle officine. Oggi il Business to business nel Parts della concessionaria è pari, mediamente, al 40% di tutto il fatturato post vendita. Ci si chiede appunto se la placca si porrà in concorrenza o a supporto del business dei concessionari che, per esempio, potrebbero continuare a gestire il rapporto commerciale con tutti i clienti del territorio di riferimento mentre la logistica distributiva verrebbe gestita, con evidente risparmio, dalla placca.
Grazie a questa organizzazione migliorata, che vede la placca come un magazzino estremamente efficiente, in Europa sta nascendo il modello del “riparautoonline”: si chiede un preventivo per un lavoro di riparazione o manutenzione della propria auto e in quarantotto ore si ricevono almeno tre preventivi da autoriparatori di zona, che possono contare sulle forniture dirette dalla placca stessa che ha un assortimento completissimo.
Una acquisizione, che il produttore inserisce nella strategia chiamata “push to pass”. Da una parte il produttore si assicura la vendita dei ricambi, dall’altra affilia officine per la vendita di riparazioni in blocco.
Dicevamo prima del livello di servizio estremamente accresciuto. Esistono ormai casi di placche, anche in Italia, dove, a fronte di investimenti che superano i 6 milioni di Euro, l’assortimento dei ricambi immagazzinati è di 60.000 “item” mediamente presenti e gestiti dinamicamente da WMS estremamente performanti.
Il servizio di consegna dei ricambi urgenti è realizzato la notte successiva all’ordine ed in aggiunta un servizio di stock con tempi di consegna da 2 a 5 giorni.
Il livello di servizio è superiore al 96% e dunque ogni 100 ricambi richiesti, più di 96 sono presenti ed evasi immediatamente ai clienti mentre i 3 o 4 restanti sono evasi 24 ore dopo in logica Cross Docking provenienti direttamente dal magazzino centrale dei costruttori che utilizzano la placca.
Il tutto con un livello di servizio degno di un ricambista. Le Placche addirittura puntano a raggiungere quello che viene chiamato “clock 1:30”, cioè un tempo di consegna di 90 minuti dall’ordine, con due/tre consegne al giorno con una percentuale di servizio che dovrebbe passare dall’ 80% all’95%.
È evidente che né l’assortimento, né la rapidità di consegna potrebbero mai essere garantiti dagli ormai obsoleti magazzini dei dealer territoriali.
Il vantaggio di questo nuovo assetto logistico è che esso si “appoggia” ai vari consorzi che si sono occupati della distribuzione dei ricambi anche con il vecchio modello: essi conoscono bene il territorio, le dinamiche dei punti di consegna e quindi rappresentano un vero valore aggiunto; sarebbe stato negativo abbandonare tale rete territoriale.