Fabbrica 4.0: la Supply Chain nella Digital Economy.
Come affrontare l'evoluzione digitale
Per informazioni sull'evento:
www.logisticaeventi.it
Antico Borgo – Certosa di Pavia – 7 aprile 2016
Industry 4.0, Fabbrica intelligente, smart manufacturing, Retail 2.0 sono solo alcune delle sigle che animano i dibattiti sul futuro del sistema manifatturiero e distributivo. Ciò che lega tutte queste espressioni è l'evoluzione digitale che ormai permea ogni momento della nostra giornata, abituati come siamo con tablet e smartphone ad essere interconnessi con il mondo, dare e ricevere risposte subito con tutti. Questa facilità di essere virtualmente ovunque, di verificare ogni cosa, di compararla e di scegliere sulla base delle proprie personali esigenze spinge a modificare profondamente i comportamenti dei consumatori e di conseguenza delle imprese.
A questo sentiment derivato dalla rivoluzione web se ne aggiunge un altro motivato da una sensibilità maggiore per gli aspetti green, l'etica delle imprese in senso lato, la percezione del valore dei prodotti e l'esplosione dei servizi ad essi connessi. La reazione delle imprese sposta l'attenzione dal solo prezzo, elemento che ha dominato la fase del low cost e delle delocalizzazioni competitive, ad una strategia d'innovazione e servizio che prevede un presidio molto marcato su clienti e mercati con conseguente prossimità geografica tra produzione e consumo, spinta verso innovazione e servitizzazione del prodotto, artigianalità industriale per rispondere alle sempre maggiori esigenze di personalizzazione e sevizio connessi ai prodotti.
E' da questi trend che discende l'esigenza di una nuova organizzazione per aziende manifatturiere e distributive.
La tecnologia abilita la possibilità di raggiungere questi obbiettivi, ma non è il motore primo del cambiamento. Il dibattito più diffuso è concentrato su elementi tecnologici supportati da sigle ed acronimi, tralasciando spesso le motivazioni ed i benefici per cui si affrontano i cambiamenti sottesi. Le imprese sono in uno stato di sospensione: si intuisce l'importanza di perseguire un percorso di digitalizzazione, ma non sono chiari i benefici attesi. Lo dimostra una recente indagine su Fabbrica 4.0 in cui emergono chiaramente questi contrasti: il 70% degli intervistati prevede forti impatti economici in termini di qualità e flessibilità, ma non ha ancora fatto nulla verso il mondo 4.0; inoltre ritengono, nella stessa percentuale, che la preparazione della propria struttura sia molto bassa, ma nessuno ha pianificato formazione specifica allo scopo. C'è d'altro canto coscienza che non percorrere questa strada significa venire esclusi in tempi rapidi dal mercato. Il vero gap per le imprese non sono gli investimenti, ma la cultura diffusa che questo cambiamento richiede per essere realizzato. L'evolu-zione digitale necessita di strutture in grado di comprendere e gestire la tecnologia, ma ancora di più di definire e realizzare i modelli organizzativi che necessariamente prevedono. E' quindi indispensabile procedere per passi successivi in modo da aggiungere ad ogni step un granello di conoscenza/esperienza e tarando di conseguenza strutture e processi. Se la tecnologia evolve con una rapidità sorprendente, la capacità cognitiva della persona ha tempi e ritmi diversi specialmente se deve innestarsi in comportamenti integrati di squadra.
Così una "Fabbrica 4.0" non può essere ottenuta con un salto decisionale investendo nell'acquisto di una infrastruttura digitale calata dall'alto, ma con un processo che parte dalle esigenze prospettiche del mercato e che evolve per successivi steps portando tutta la struttura a rispondere in modo coordinato e consapevole agli stimoli dei clienti. Stimoli che alla fine possono tradursi in pochi e semplici messaggi, ma che si realizzano in obiettivi molto difficili da raggiunge-re: prodotti personalizzati, consegnati rapidamente, a prezzi molto competitivi, preoccupandosi di tutti il ciclo vita del prodotto.
Da questi concetti nascono anche mestieri nuovi: l'e-commerce ha tassi di reso molto elevati e quindi la reverse logistic con il carico di controlli, rimessa a nuovo e repackaging è un esempio di attività prima marginali che invece diventano strategiche, la consegna dell'ultimo miglio apre spazi all' Uber delle cose, esigenze di personalizzazione e vicinanza al cliente inducono l'apertura di microfabbriche nei centri commerciali, l'esigenza di gestire il ciclo vita del prodotto genera nuove attività nell'area manutentiva o di remanufacturing ed in ultimo il recupero delle materie prime presenti nei prodotti danno origine al demanufacturing e di conseguenza alla circular economy; produco, riparo, recupero.
Un mondo nuovo con nuove opportunità da cogliere anche grazie alla tecnologia. Un percorso da affrontare con determinazione, buon senso, sfruttando le tante soluzioni operati-ve che già oggi esistono, affidabili ed affrontabili con investimenti limitati in termini economici, ma significative in termini di cambiamento dei paradigmi organizzativi e culturali. Dai magazzini interoperazionali integrati con l'avanzamento produzione (manufacturing flow tracking), ai sistemi di prelievo in logica singolo pezzo (single pieces distribution model) fino alla sincronizzazione dell'approntamento ordini con la pianificazione dei mezzi in consegna (delivery plan, track & tracing). Soluzioni diverse, ma un unico comun denominatore: integrare fasi diverse del processo per rispondere meglio e più velocemente al mercato.
L'unico vero errore che non si deve fare è stare fermi e non affrontare il cambiamento.