HUB & SPOKE
Con il termine “Hub & Spoke” si intende il modello di sviluppo della rete delle compagnie aeree costituito da uno scalo dove si concentrano la maggior parte dei voli (solitamente tale scalo è anche una base di armamento di una compagnia aerea). Tale termine è stato creato per rendere evidente l’analogia con una ruota di bicicletta che presenta più raggi (spokes) che si collegano ad un unico mozzo centrale (hub).
Questo approccio comporta dei notevoli vantaggi rispetto ad una soluzione che implica un collegamento aereo fra tutti i nodi della rete:
- il numero di collegamenti da realizzare si riduce notevolmente: ad esempio se è necessario collegare 8 differenti nodi, la matematica ci dice che il numero complessivo di collegamenti da istituire è pari a 8x(8-1) = 8x7 = 56. Al contrario con un approccio Hub & Spoke in cui si inserisce opportunamente un ulteriore nodo centrale collegato a tutti gli altri, a loro volta non connessi fra loro, il numero di collegamenti scende a 9–1 = 8;
- ne deriva che, a parità di flusso, convogliare il traffico insistente fra due nodi attraverso un hub permette di saturare maggiormente le tratte intermedie (da nodo A ad hub e da hub a nodo B): ad esempio, il flusso di passeggeri esistente tra Palermo a Trento è esiguo, ma facendo scalo nell’hub di Roma è possibile saturare maggiormente altre due tratte (cioè la Palermo-Roma e la Roma-Trento) più frequentate;
- per quanto detto al punto precedente, se non fosse economicamente conveniente (per via dei flussi ridotti) collegare direttamente due nodi (A e B) della rete, il transito da un hub potrebbe permettere di realizzare una connessione (anche se indiretta) sfruttando i maggiori flussi da e verso l’hub stesso. Nell’esempio precedente, i passeggeri da Palermo a Trento probabilmente non sarebbero sufficienti a garantire un ritorno economico sufficiente all’effettuazione del viaggio, ma se la compagnia riuscisse a dirottare i passeggeri sulle due tratte parziali (cioè la Palermo-Roma e la Roma-Trento) allora il collegamento diverrebbe possibile.
- maggiore frequenza dei collegamenti: se si utilizza un hub di appoggio, la maggiore saturazione delle tratte da e per il nodo centrale permette di avere, nell’unità di tempo, più collegamenti da e per l’hub stesso e quindi anche tra due nodi “periferici”. Sempre nell’esempio del volo Palermo-Trento, probabilmente un volo del genere sarebbe effettuato una sola volta al giorno; al contrario i voli Palermo-Roma e Roma–Trento sono molto più frequenti, garantendo maggiore possibilità di scelta al viaggiatore.
Chiaramente, rispetto ad un viaggio diretto (fattibile), i principali svantaggi risiedono:
- nella maggiore durata del viaggio, per via dell’effettuazione dello scalo intermedio;
- nella maggiore percorrenza per andare dal nodo A al nodo B transitando dall’hub rispetto ad andare direttamente da A a B (AH + HB > AB).
Per via delle sue peculiarità e dei suoi punti di forza il modello Hub & Spoke è stato riproposto, con le opportune modifiche, per la modellizzazione delle reti di distribuzione delle merci, dove nel ruolo di hub non abbiamo un aeroporto in cui i voli fanno scalo, ma un Centro Distributivo (spesso abbreviato con l’acronimo Ce.Di.), cioè un magazzino che rifornisce punti vendita e/o piattaforme di cross-docking a cui bisogna far pervenire le merci, i quali, chiaramente, non presentano collegamenti fra loro.