Intervista ad Andrea Mantelli responsabile Supply Chain di Conad
Perché puntare sulla logistica collaborativa?
Con il termine "logistica collaborativa" si intende la creazione di magazzini hub settoriali multi-cliente che si caratterizzano per la condivisione di infrastrutture, network, persone e processi.
Mettendo a fattore comune la logistica e la distribuzione delle merci fra diverse aziende della stessa filiera produttiva è possibile abbattere del 47% le emissioni di CO2, risparmiare 600 milioni di km ogni anno e circa 750 milioni di euro di costi di trasporto.
I calcoli del potenziale risparmio che la logistica collaborativa è in grado di offrire alla filiera del largo consumo (che movimenta circa 3 miliardi di colli ogni anno) sono stati quantificati dall'associazione GS1 Italy | Indicod-Ecr.
Andrea Mantelli, responsabile Supply Chain di Conad, spiega quali siano in concreto le soluzioni condivise e le pratiche utili a incrementare l'efficienza logistica della filiera.
Dott. Mantelli cosa significa per Conad la logistica collaborativa?
"Per comprendere cosa rappresenti la logistica collaborativa bisogna partire dal presupposto che si tratta di un nuovo passaggio culturale, necessario a togliere qualche dogma e qualche freno in tema di distribuzione delle merci. Per Conad questo innovativo processo significa togliersi il cappello di contrapposizione e concorrenza per guardare in primis all'interesse del consumatore.
I vantaggi della logistica collaborativa sono importanti perché garantiscono importanti ritorni non solo economici ma anche ambientali. I processi collaborativi possono essere tra diversi attori, tra mondo della produzione e mondo della distribuzione, e si lavora in primis sui dati fisici e poi, secondariamente, su quelli economici.
La sfida, per aziende spesso fra loro concorrenti, è quella di essere pronte a giocare a viso aperto, scoprendo ognuna le proprie carte da giocare."
Quali sono i fattori necessari per ottenere risultati tangibili?
"La logistica collaborativa è un processo culturale che si diffonde se industria e distribuzione si concentrano sull'obiettivo comune: il consumatore. Solo attraverso questa consapevolezza, si possono intraprendere azioni sinergiche in ottica di costo/servizio e molto spesso, a positivi ritorni sull'ambiente.
I modelli collaborativi possono essere attivati anche con aziende concorrenti, l'importante è condividere i risultati in modo costruttivo, misurabile e scalabile."
Cosa limita la diffusione della logistica collaborativa?
"Per un'azienda puntare sulla logistica collaborativa significa essere pronta a confrontarsi su un tema molto complicato, quello della logistica . Spesso, però, alla base c'è una mancanza di fiducia tra le parti che devono invece collaborare. Per questo tipo di progetti sono infatti necessarie controparti evolute, una visione complessiva della catena logistica, un orizzonte nazionale e uno sguardo ampio non solo sugli aspetti commerciali ma sull'intera gestione aziendale.
I principali freni alla diffusione di questo modello sono la complessità della logistica (un lavoro difficile, spesso trascurato e/o con regole e ruoli non sempre chiari con l'area commerciale), mancanza di fiducia tra molti attori coinvolti e un blocco culturale (che si traduce in una scarsa propensione al cambiamento oltre che a una comunicazione migliorabile)."
Esistono invece fattori che aiutano questo modello?
"Gli acceleratori sono la ricerca di efficienza in un contesto più ampio, la consapevolezza di un processo logistico più maturo e allargato alla supply chain, la ricerca di partner più "evoluti" con cui costruire progetti pilota collaborativi (pubblicandone i risultati, sempre misurabili e ripartibili) e infine il necessario "ricambio generazionale" nelle nostre logistiche."
Oltre alla logistica collaborativa, Conad sta lavorando ad altri progetti innovativi?
"Le idee su cui stiamo lavorando per continuare a generare valore a valle, riducendo ulteriormente l'impatto ambientale, hanno tutte una forte impronta collaborativa. Queste, però, saranno le prossime aree di lavoro: cogliere nuove opportunità attraverso l'asset sharing, nuovi progetti per incrementare l'efficienza dei trasporti primari, allargare le esperienze più positive dalla PL (private label) ai prodotti di marca, e infine migliorare l'organizzazione e il riordino di tutto il sistema Conad."