L’analisi ABC e il Ciclo di Vita di un prodotto (Life Cycle)
Nell’ultimo articolo abbiamo introdotto l’analisi di Pareto, detta anche analisi ABC; abbiamo visto come una corretta gestione ABC permetta di posizionare al meglio l’articolo lungo il network distributivo, contribuisce ad ottenere un approvvigionamento ottimizzato, grazie alla corretta definizione dei Livelli di Servizio Obiettivo e, in magazzino, permette di definire la migliore collocazione dei prodotti.
Vediamo come questa analisi può essere arricchita e resa ancora più performante.
Un utile accorgimento consiste nel creare una nuova variabile, che integra i valori di ABC con il “Ciclo di vita del prodotto” (Life Cycle) e con altri possibili criteri di gestione dei prodotti, che richiedono accorgimenti logistici differenziati. Vediamo un po’ meglio questi concetti.
In merito al ciclo di vita di un prodotto, questo è il comportamento medio di ogni nuovo articolo:
Figura 1 - Ciclo di vita di un prodotto
Ci sono ovviamente Cicli di vita che hanno durate molto diverse: basti pensare ai prodotti “classici” come per esempio le viti e i bulloni: il bullone 6MA testa esagonale da 20 mm esiste da ormai qualche secolo; una scheda di memoria microSD, invece, durerà giusto il tempo necessario ai produttori di introdurre un nuovo formato di memoria, più capiente e veloce; se invece pensiamo al pantalone di grido dell’ultima stagione primavera-estate, questo è durato poco meno di 6 mesi…
Vediamo qualche esempio reale:
Figura 2 - Ciclo di vita dell’ iPod di Apple
Anche prodotti che sembrano “immortali” hanno una fine vita:
Figura 3 - Ciclo di vita del Compact Disc
Il Life Cycle migliora ulteriormente la gestione dei prodotti, in particolare nella:
- Gestione dei nuovi articoli: nella prima fase di acquisto, nel successivo inserimento in magazzino, e durante gli adeguamenti successivi
- Gestione dei prodotti in “fine vita”: grazie ad una gestione rapida e puntuale dell’obsolescenza, e del relativo ri-posizionamento in magazzino
- Gestione dei prodotti stagionali
Infine, i criteri di gestione particolare permettono di identificare immediatamente tutti quei codici che devono essere gestiti in maniera differenziata: prodotti gestiti a “fabbisogno” (make o purchase to order), prodotti gestiti solo in dropshipment o in crossdock, prodotti personalizzati, etc.
Vediamo un esempio di “nuova variabile ABC” o “ABC estesa” utilizzata in un’azienda distributrice di prodotti ufficio:
Figura 4 - esempio di ABC con Life Cycle per un’azienda distributrice di prodotti ufficio
Vediamo il significato di ogni sigla:
- Il prodotto è definito Provvisorio (PROC e PROO, prima parte della fase Introduction) durante la fase di definizione e acquisto, a seconda che abbia già subito o meno un carico in magazzino, ovvero sia già stato effettuato il primo ricevimento merce
- Il prodotto è poi definito Nuovo (NEWW e NEWC, fase Introduction) in funzione del suo canale di introduzione, con i prodotti presentati solo sul web definiti nuovi per un periodo di 20 giorni e quelli su catalogo cartaceo per un periodo di 2 mesi.
- Nella fase successiva (fasi Growth e Maturity) l’articolo è considerato attivo a tutti gli effetti e il campo assume il valore ABC derivato dall’analisi del numero di righe d’ordine ordinate dai clienti durante gli ultimi 6 mesi; il valore ABC è aggiornato ogni mese. Con la sigla 1AAA si indicano i primi 100 prodotti, 2AA i successivi 100.
- La fase di fine vita (Decline) è divisa in due sottofasi:
- TBC, “To be discontinued”: è la fase iniziale del fine vita, è il momento in cui l’ufficio commerciale ne definisce l’uscita da catalogo e ne pianifica le ultime promozioni; in questa fase il prodotto può ancora essere approvvigionato e l’obiettivo dell’azienda è arrivare a zero giacenza in prossimità della data di fine vita (definita in concomitanza alla assegnazione di questo stato all’articolo); utilizzando sistemi di gestione dello stock (IMS, Inventory Management System) si possono impostare i forecast di vendita come curve di “fine vita”, che permettono di arrivare alla giacenza minima possibile
- DISC “Discontinued”: è l’ultima fase del prodotto, e il prodotto NON può più essere approvvigionato: l’obiettivo aziendale è quello di sbarazzarsi il più rapidamente possibile dell’eventuale stock, prima di rischiare l’obsolescenza.
- INAT: prodotti in fine vita senza più giacenza a magazzino
- Questi invece i criteri di gestione particolare:
- GIFT: articoli usati come omaggi, in genere richiedono una gestione di approvvigionamento particolare, spesso gestita dall’ufficio marketing
- DROP: prodotti venduti solo in Dropshipment
- SPEC: prodotti speciali acquistati ad hoc su richiesta dei clienti
- FABB: prodotti gestiti in convenzione con clienti direzionali (Fabbisogno) e quindi acquistati solo al ricevimento dell’ordine cliente
- PERS: prodotti personalizzabili (esempio timbri, tappeti, magliette, etc)
- STAG: prodotti dalla forte stagionalità (condizionatori, ventilatori, etc)
Per questa ultima categoria, benché i prodotti siano tutti attivi, non interessa molto conoscerne la classe ABC, in quanto, comunque, la gestione logistica è completamente differenziata, sia in fase di acquisto che durante la gestione in magazzino.
Da notare, nelle ultime due colonne della tabella, l’informazione se questa famiglia di articoli è gestita nel sistema di gestione dello stock (IMS) e quindi il relativo Livello di Servizio Target, differenziato per «importanza» dei codici. In questa azienda il Livello di Servizio Target minimo è impostato a 90% (codici Speciali e a Fabbisogno), il massimo è pari a 99,8%, per i prodotti più alto rotanti, i codici 1AAA.
E questo invece un esempio per un cliente leader nel settore B2B dei ricambi della componentistica automotive:
- Prodotti SERIE, ovvero articoli attivi, classificati in A, B e C; i primi 100 codici più alto rotanti sono stati chiamati «A+»
- Prodotti START-UP, ovvero prodotti appena definiti, prototipi
- Prodotti NUOVI, in base alla data di inizio produzione
- Prodotti in FINE VITA PRIMO IMPIANTO, qualora siano uscite di produzione tutte le auto che disponevano del prodotto, ma per le quali è necessario garantire per almeno 10 anni disponibilità dei pezzi di ricambio
- Prodotti in FINE VITA DEFINITIVO, qualora sia terminato il periodo di 10 anni dall’uscita di produzione di tutte le auto che disponevano del prodotto.
- Prodotti dalla gestione particolare (semilavorati, prodotti mercati paralleli, etc)
La corretta applicazione di questa metodologia, e la condivisione di questo dato con tutte le funzioni interessate, permette di conoscere in ogni momento lo stato di vita di un articolo, e quindi permette di ottimizzarne la gestione:
- All’Ufficio Riordino, impostando il già citato Livello di Servizio Target, gestendo le fasi di avvio e di fine vita, ottimizzando gli ordini fornitori e gli eventuali ordini speculativi, riducendo il rischio di obsolescenza; anche il tempo da dedicare ai codici sarà proporzionato all’importanza dei codici, espresso con il valore ABC;
- Al Customer Service, che potrà dedicare maggiore attenzione ai prodotti più critici, per esempio in caso di ordini con quantità “eccezionale”: un ordine di 1.000 pezzi su un codice avente giacenza di 1.100 pezzi sarà molto critico per un codice AAA, e quindi sarà probabile e auspicabile una trattativa con il cliente, mentre su un codice in fine vita questo ordine rappresenta una vera opportunità, magari anche da incentivare con promozioni particolari;
- In Magazzino, perché permette di posizionare correttamente i codici in funzione della loro rotazione, ma anche spostare in zone meno nobili tutti i codici in fine vita, oppure rivalutare la posizione dei codici nuovi ormai diventati “attivi”; ma anche controllare le giacenze dei prodotti basso rotanti, al fine di evitarne la scadenza o l’obsolescenza.
- All’Ufficio Commerciale, per pianificare correttamente le azioni promozionali e tenere meglio sotto controllo i prodotti ad inizio e a fine vita.
Insomma, la gestione del ciclo di vita dei prodotti è un elemento strategico per la corretta gestione degli stessi, sia in ambito logistico che commerciale.
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