Le catene di fornitura nel settore alimentare: garantire sicurezza e sostenibilità
Il settore agroalimentare è una delle industrie più essenziali ed economicamente significative a livello mondiale. Ma è anche uno tra i più sensibili e che hanno subito gli urti delle recenti crisi (seppur mantenendo una certa resilienza). Infatti, garantire che gli alimenti raggiungano i consumatori in modo sicuro, tempestivo e sostenibile richiede una gestione puntuale di una Supply chain altamente complessa e sofisticata. Per questo, è fondamentale comprendere come sta evolvendo il settore e come gestire le sfide per soddisfare le esigenze dei consumatori. Facendo attenzione anche ad altre questioni legate per esempio alla sostenibilità, in particolare quella ambientale, e alla gestione dei dati.
Sebbene i prezzi si siano innalzati vertiginosamente a causa dell’inflazione e la pandemia – e poi la guerra in Ucraina – abbiano provocato l’interruzione delle forniture di prodotti di base, il settore è riuscito in gran parte a soddisfare il fabbisogno alimentare. Ma si rilevano comunque delle incertezze. Dal Food, Beverage and Agriculture Supply Chain Risk Report 2023 – realizzato da Willis Towers Watson (WTW) che ha intervistato 100 decision maker senior di aziende del settore agroalimentare a livello globale – emerge l’instabilità del settore degli ultimi periodi, mettendo a fuoco i rischi e le difficoltà attuali che le aziende stanno affrontando. Quasi i tre quarti delle imprese intervistate, corrispondente al 73%, hanno rivelato che le loro perdite specificamente correlate ai rischi della Supply chain sono state superiori o molto superiori al previsto negli ultimi due anni.
Facendo un passo indietro, di cosa parliamo quando facciamo riferimento a una catena di fornitura alimentare? Si tratta di una catena complessa, che comprende una serie di processi che inizia con la produzione agricola e termina quando il prodotto raggiunge il consumatore finale. Essa coinvolge la coltivazione, la raccolta, il trasporto, la trasformazione, la distribuzione e la vendita al dettaglio. Ogni fase ha un ruolo critico nella garanzia della sicurezza alimentare, nell’ottimizzazione delle procedure e nella realizzazione di un servizio che sia efficiente e di qualità. Inoltre, le Supply chain alimentari spesso attraversano confini nazionali (anche se ultimamente molte produzioni stanno rientrando per agevolare i processi); questa globalizzazione comporta sfide aggiuntive in termini di regolamentazioni, comprensione delle esigenze dei consumatori in diversi mercati e gestione dei dati.
La tecnologia per agevolare la gestione dei dati (e rendere le catene più resilienti)
Ciò che frena le catene di approvvigionamento, non è la tecnologia, le normative o la gestione dei dati, ma la mancanza di fiducia. Lo rivela un recente articolo pubblicato su Supply Chain Management Review, che cita gli argomenti emersi durante il recente Forum FMI Supply Chain, evento virtuale di due giorni per connettersi sulle principali sfide e cambiamenti nella catena di fornitura della vendita al dettaglio di prodotti alimentari. Le opportunità menzionate durante la conferenza includevano la necessità di migliorare l’integrità dei dati; l’utilizzo di scorecard come unica fonte ‘di verità’; lo sviluppo di modelli di previsione e allocazione basati sull’Intelligenza Artificiale (AI) per guidare l’OTIF, un indicatore di performance della Supply chain che valuta la capacità di un fornitore di mantenere le promesse sulla consegna.
Questo perché? In primo luogo, perché la sicurezza alimentare è in effetti una priorità all’interno del settore agroalimentare e, secondo le normative, le catene di fornitura devono essere in grado di tracciare l’origine degli ingredienti, monitorare i processi di produzione e garantire che i prodotti siano conformi agli standard di qualità e sicurezza stabiliti dalle autorità sanitarie.
Oltre a questo, la distribuzione e la logistica sono componenti fondamentali per garantire che gli alimenti freschi raggiungano i consumatori in modo tempestivo. Il digitale sta svolgendo, a questo proposito, un ruolo sempre più importante, con sistemi di tracciabilità basati su blockchain che permettono una maggiore trasparenza. Inoltre, le tecnologie avanzate, come il monitoraggio in tempo reale e l’ottimizzazione delle rotte, stanno migliorando l’efficienza e riducendo gli sprechi. Secondo il report di Deloitte Future of Food, l’adozione di tecnologie digitali rappresenta un vantaggio anche per le aziende perché ne aumenta la competitività: le soluzioni di Industria 4.0 permettono infatti di aumentare i ricavi fino al 22% e di incrementare l’EBIT (cioè il margine operativo, calcolato tenendo conto di utile, interessi e imposte) fino al 19%. Inoltre, i ritorni sull’investimento nell’innovazione digitale sono più rapidi rispetto agli investimenti tradizionali, e i primi risultati sono visibili già entro due anni.
L’integrazione del digitale serve anche per aderire alle normative sulla tracciabilità relativa alla sicurezza alimentare, che stanno diventando sempre più rigorose: per esempio, l’applicazione della FSMA 204 si prevede inizi a gennaio 2026. Nei prossimi anni, a ogni modo, ci si aspetta una maggiore condivisione dei dati lungo tutta la catena di fornitura, nell’ottica di garantire che i sistemi che generano i dati di tracciabilità possano essere utilizzati (anche) per una comprensione più completa della catena di approvvigionamento.
Sostenibilità e reshoring: fare attenzione all’impatto ambientale
C’è un altro aspetto da tenere in considerazione: con l’accentuarsi delle preoccupazioni ambientali, le catene di fornitura alimentare si stanno orientando sempre di più verso la sostenibilità, nell’ottica di allinearsi con gli obiettivi dell’Agenda 2030 (in questo caso, in particolare il goal 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”) e di seguire le linee guida dell’Unione Europea, come quelle contenute nel Green Deal (che ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050). Ciò include la riduzione dell’impatto ambientale facendo attenzione ad alcuni aspetti, come il miglioramento dell’efficienza energetica nei processi di produzione, la gestione responsabile delle risorse idriche e la riduzione dei rifiuti. Le aziende stanno anche cercando di ridurre le emissioni di carbonio nella logistica e nel trasporto, anche con pratiche come quella del reshoring, che ha visto il rientro in Italia della produzione di molte aziende e che ha incentivato la logica del Km 0.
Le catene di fornitura agroalimentare, in fin dei conti, svolgono un ruolo cruciale nell’industria di riferimento. Per garantire la sicurezza alimentare e per far funzionare i processi in modo snello e fluido, le aziende devono continuamente adattarsi alle nuove sfide. La tecnologia, la sostenibilità e la gestione delle crisi stanno guidando l’evoluzione della Supply chain, contribuendo a mantenere il settore alimentare al passo con i cambiamenti globali e le esigenze dei consumatori.