Il calcolo della tariffa di trasporto: dai driver di costo al prezzo di mercato
In questo articolo cercheremo di definire un metodo per il calcolo della tariffa di trasporto considerando un caso pratico con valori concreti
Il calcolo della tariffa di trasporto è un processo che, se correttamente eseguito, mette in relazione due differenti prospettive:
- la prospettiva di costo: quali costi incidono sul mio servizio di trasporto? Come classificarli?
- la prospettiva del mercato: quale prezzo il mercato attualmente offre per la medesima tratta/livello di servizio?
Queste due prospettive sono ovviamente da considerarsi, dal punto di vista dell’autotrasportatore, correlate e interdipendenti: nel momento in cui questo formula infatti una offerta, il primo passo consiste nel calcolo del costo totale che dovrà essere sostenuto per poter completare il servizio, in secondo luogo viene applicato il mark up al costo totale in modo da ottenere la tariffa proposta ed infine si confronta il prezzo così ottenuto con le condizioni del mercato, sia dal punto di vista di volumi di carichi richiesti dal mercato, che di prezzi praticati da altri competitor.
Entrare nel merito di entrambe le prospettive - costo e mercato - è fondamentale sia per le società di autotrasporto, che in questo modo possono arrivare a formalizzare una offerta di costo ragionata e solida, ma anche per i committenti del servizio, in quanto solo capendo nel merito le leve di costo e del mercato possono identificare le opportunità di risparmio attraverso differenti scelte di strategie di approvvigionamento.
Le tipologie di costo nelle tariffe di trasporto
Nella identificazione dei differenti costi afferenti la tariffa di autotrasporto, si seguirà la classificazione tra costi fissi e variabili.
I costi fissi sono quelli che, indipendentemente dalla operatività dell’azienda di autotrasporto, devono essere sostenuti; in questa categoria rientrano la rata dei mezzi (o l’ammortamento di questi), gli stipendi degli autisti, i costi generali della struttura (personale amministrativo, commerciale, informatica, uffici), costi assicurativi, costi amministrativi (permessi, albo autotrasportatori,..).
I costi variabili, invece, sono quelli che variano in modo proporzionale alla operatività (più il mezzo opera e più questi costi sono alti): tipico esempio è il carburante, il costo dei pneumatici, i pedaggi autostradali, le manutenzioni dei mezzi. Si riportano in tabella 1 i differenti costi sopra elencati ed una rappresentazione grafica.
Tabella 1. I differenti costi per il servizio di autotrasporto.
Per poter calcolare il costo totale del trasporto è innanzitutto necessario valutare i costi variabili (attività piuttosto semplice in quanto trattasi di costi “vivi” facilmente desumibili) ed in secondo luogo è necessario stimare l’impatto dei costi fissi. Quest’ultimo calcolo è sicuramente meno immediato: se è infatti vero che ogni autotrasportatore conosce il totale dei costi fissi annui, è necessario allocare una quota di costo fisso per ogni trasporto effettuato. Si consideri l’esempio sotto riportato.
Esempio pratico: calcolo del costo di trasporto.
Una società di autotrasporto sostiene costi fissi pari a 300.000 € /annui ed il proprio parco automezzi è composto da 5 camion, che prevede di far viaggiare 200 giorni/anno, per un totale di 1.000 giorni.
Riepilogando:
- costi fissi 300.000 € /annui
- 5 camion
- ogni camion viaggia 200 giorni/anno
- totale 1000 giorni
Quotare il costo di trasporto per una tratta di mezza giornata per 300km
La stessa società deve quotare una tratta di 300 km che impegna il mezzo per una giornata. Per poter arrivare al costo totale della tratta è necessario:
- calcolare l’incidenza dei costi fissi: 300.000 € / 1.000= 300 €/giorno;
- calcolare i costi variabili per la tratta in oggetto: si supponga che questi siano 240 € (dato da totale autostrada, pedaggi, gasolio);
- il costo totale del trasporto in oggetto sarà quindi: 240€ + 300€= 540 €
Quanto sopra esemplificato spiega come mai, analizzando i prezzi di trasporto, il costo a km sia decrescente al crescere della distanza (viaggi più lunghi hanno un costo km più basso): l’incidenza dei 300 € è infatti meno importante al crescere della distanza percorsa (in quanto aumentano i costi vivi e variabili e la loro incidenza sul totale costo).
Rimanendo nell’esempio appena riportato, il calcolo dei costi può considerarsi esaustivo?
Assolutamente no, in quanto, una volta giunto a destinazione e completata la tratta da 300 km, l’autotrasportatore quali opportunità operative ha?
E’ quindi necessario interfacciarsi con la seconda prospettiva , quella del mercato.
La prospettiva di mercato. Si considerino i due scenari sotto riportati:
- Scenario A: la regione dove la merce è consegnata non offre alcuna possibilità di ricarico e l’automezzo, una volta completata la consegna, non ha altre alternative se non rientrare vuoto;
- Scenario B: la regione di destino offre opportunità molto floride di ricarico; tutte le volte in cui si consegna la merce in quell’area vi è la possibilità di ricarico.
Scenario A - Nessuna possibilità di ricarico a destinazione
Nel caso di senario A, il costo del trasporto sopra calcolato non può considerarsi esaustivo, in quanto i costi variabili devono essere inevitabilmente raddoppiati per considerare il ritorno a vuoto: Il costo totale del trasporto diventa quindi 240€ + 240€ + 300€= 780 €
Scenario B - Buone possibilità di ricarico a destinazione
Nel caso dello scenario B, il costo del trasporto è effettivamente 540 € .
La differenza tra 540 € e 780 € consiste nell’incidenza del mercato sulla possibilità di ricarico. Nella realtà le situazioni intermedie possono essere comunque variegate: ad esempio si consideri uno scenario C, in cui la regione di spedizione offre possibilità di ricarico indicativamente il 50% delle volte (ogni 2 consegne effettuate, 1 carico torna vuoto), il costo del trasporto sarà quindi: 240 + 300 + 240/2= 660 €.
Definiamo infine un costo per la tariffa di trasporto
A questo punto è possibile arrivare al calcolo del prezzo: al totale costo (quota dei fissi + variabili) è necessario aggiungere il mark up (ipotizzato del 10%) per ottenere il prezzo:
- scenario A: totale costo 780 € + 10% mark up => tariffa di 858 €
- scenario B: totale costo 540 € + 10% mark up => tariffa di 594 €
- scenario C: totale costo 660 € + 10% mark up => tariffa di 726 €
Conclusioni
Si supponga che l’azienda oggetto di questo esempio ricada nello scenario C: la quotazione della tratta risulta quindi pari a 726 €. Confrontandosi con quanto gli altri competitor stanno facendo, emerge che la tariffa di 726€ risulta fuori mercato, con il rischio di avere volumi assegnati molto residuali. I motivi di questo scostamento con il mercato possono essere tre:
- la struttura dei costi della società di autotrasporto non è efficiente (gli altri concorrenti riescono ad operare con minor costi);
- i competitor si accontentano di un mark up più basso pur di assicurarsi i volumi;
- i mercati serviti dai competitor permettono dei ricarichi molto più frequenti e quindi permettono di abbassare la quota di ritorni a vuoto.
Dal punto di vista strategico, sia per il trasportatore che per il committente, il terzo punto è senza ombra di dubbio quello più interessante: risiede infatti in questa area la possibilità di identificare sinergie tra aziende che ricercano sul mercato volumi di trasporto con flussi opposti (in partenza dalla regione di destino del trasporto in oggetto); se due aziende identificano volumi/flussi opposti, è possibile ricercare un meccanismo “win-win” che permetta ad entrambe di trarre benefici sulle tariffe pagate, spostandosi verso lo scenario A, in cui il trasportatore ha quasi sempre la possibilità di ricaricare abbassando i costi variabili.