E-commerce: logistica interna o esternalizzata? Quali sono i fattori di scelta
La pandemia lo ha messo sotto gli occhi tutti: il commercio on line fa parte del presente e non è più solo l’orizzonte del futuro. Due anni di pandemia hanno accelerato i processi: quei settori che nel 2019 in Italia avevano ancora ritardi nello sviluppo tecnologico e digitalizzazione (formazione, pubblica amministrazione, imprese a gestione famigliare, per non parlare poi della ristorazione e del fitness). Oggi avere la possibilità di spostare sul web il proprio business costituisce una via di fuga nei momenti di emergenza se non addirittura ormai una strada preferenziale per start up o aziende già consolidate con necessità di rinnovarsi.
Se escludiamo i prodotti digitali al 100%, non può esserci e-commerce senza logistica. La logistica nell’e-commerce è un fattore da considerare e studiare approfonditamente: bisogna capirne le potenzialità e prevederne le criticità. Ogni azienda ha una storia a sé, proprie esigenze, proprie prospettive di sviluppo e non è detto che la soluzione on line sia sempre l’ideale.
L’e-commerce in un settore B2C deve avere una corretta gestione logistica al fine di massimizzare gli utili ed evitare gli sprechi. Per realizzare al meglio un progetto di vendita on line è necessario analizzare con cura la situazione, a partire all’avvio di progetto. Molti progetti non riescono a ottenere il massimo perché in fase iniziale avevano trascurato alcune criticità e non avevano realizzato ottimizzazioni per la corretta gestione della logistica, a cominciare da come gestire le spedizioni fino al cliente finale, una delle decisioni cruciali da prendere fin da subito.
Per capire la scelta tra gestione diretta ed esternalizzata è bene avere chiare le differenze tra i due modelli.
La logistica interna (o insourcing) richiede spesso un investimento iniziale e dei costi fissi (ad es. il personale, infrastrutture fisiche e logiche) che permette di avere una soluzione adatta alle proprie dimensioni, ai volumi previsti di vendita e al proprio modello di business. È un percorso personalizzato sul prodotto e sull’esigenza dell’azienda, offre la possibilità di supportare e proporre un servizio ai clienti che sia ottimizzato sulle proprie esigenze. Può prevedere l’automatizzazione dei magazzini, nel contesto dell’industria 4.0 integrata a tutti i processi produttivi. Cruciale in questo modello è un’analisi precisa e puntuale delle esigenze, delle criticità e degli obiettivi. Ad esempio, se si prevedono grossi volumi di vendita, si devono prevedere sistemi di tracciamento per identificare subito dove sono i prodotti. Questo permette di essere sicuri di non inviare prodotti sbagliati, e gestire i resi al meglio. Uno dei costi importanti della logistica insourcing è il personale operativo: con la giusta pianificazione, è possibile avere dei margini di guadagno maggiori rispetto alla logistica in outsourcing, perché i volumi di vendita abbattono i costi operativi. Un investimento cruciale è quello delle infrastrutture fisiche: non è detto che si debba comprare tutto nuovo, a volte un revamping affidato a un’azienda specializzata permette di riutilizzare molto dell’esistente e di ottimizzarlo, permettendo grandi risparmi.
La logistica esterna (outsourcing) ha un costo spesso attorno al 30 per cento per ogni vendita effettuata, a seconda dei settori, che è la quota da versare al partner sotto forma di fee per ogni vendita, ad esempio, o di costi al metro cubo di stoccaggio. Ogni azienda ha il suo modello e i suoi costi. Ad esempio, Amazon Prime, una delle più diffuse nel commercio B2C, ha dei costi sia per ogni vendita effettuata (variabili a seconda del settore) sia per i metri cubi occupati con la merce in attesa di esser venduta (costi variabili per la stagionalità, doppi in autunno / inverno rispetto alla primavera / estate), a cui si aggiungono costi eventuali per la gestione del packaging, dell’etichettatura e di altri servizi.
Sarebbe un errore pensare che la logistica in outsourcing permetta di non doversi occupare della gestione della propria merce: il rifornimento della piattaforma (refilling) è cruciale e il non rispetto di determinati standard può causare l’estromissione da alcune piattaforme di logistica e di vendita. Non si deve preparare il singolo pacchetto per un consumatore, ma va comunque rifornito il magazzino della logistica esterna in maniera precisa e puntuale. I costi della piattaforma esterna sono in gran parte variabili, e assorbono buona parte del margine di vendita.
Nella scelta di un partner esterno o dell’internalizzazione del servizio logistico, il management di un’azienda deve tener conto di vari fattori, tra cui numeri e fatturato, per poter così analizzare la situazione e ipotizzare gli scenari. Da non trascurare nemmeno la valutazione dell’impatto della scelta logistica sull’intera supply chain che è costretta ad adattarsi all’esternalizzazione o internalizzazione.
Insomma, si tratta di un lavoro delicato e fondamentale per non commettere errori cui spesso è difficile, se non impossibile, rimediare in futuro. Per questo il consiglio è sempre quello di affidarsi a professionisti della logistica, con anni di esperienza nella progettazione, come Di Massa srl.
Con Di Massa srl si ha la certezza di un risultato di successo, perché ha il know how adatto e la competenza per capire le esigenze specifiche di ogni cliente, nonché un organico strutturato in varie sezioni, ciascuna formata da staff appositi e specializzati nel loro ambito. Dialogando con il cliente, Di Massa è in grado di capirne le necessità, le condizioni di base e le potenzialità di sviluppo e di offrire quindi consulenze personalizzate e in grado di affrontare ogni scenario.
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