Push o Pull, due approcci alla distribuzione
Se si immagina una Supply Chain, si pensa sempre che gli acquisti di un consumatore creino una domanda che si muove risalendo la catena logistica. In questo scenario, lo stock venduto al consumatore finale è riassortito dal magazzino del negozio generando un ordine di riassortimento ai magazzini distribuiti lungo la filiera fino al sito produttivo; quindi lo stock si muove dalla fabbrica allo store mentre le informazioni e le previsioni di vendita risalgono la catena al contrario.
Come abbiamo letto nell’articolo “Fashion&Luxury dopo il covid-19: la pianificazione e la collaborazione della Supply Chain non sono più un'opzione”, la realtà di questo settore sta cambiando e accelerando processi di trasformazione che erano già in atto. Focalizzandosi sulla Supply Chain distributiva, il modello descritto in precedenza è ancora applicabile e può ancora adattarsi a questa industria, in particolare al periodo di grande trasformazione a cui stiamo assistendo?
Risponde Sara Magnani, Solution architect Fashion&Luxury per il Gruppo sedApta: il modello prima descritto (modello pull) è applicabile in settori in cui i prodotti sono continuativi e dove il modello di business e l’attitudine di acquisto dei consumatori può essere continuativa (beni di prima necessità).
La realtà però è che il mondo sta cambiando, la trasformazione è in atto da alcuni anni e sta accelerando a causa della pandemia - nel settore Fashion&Luxury soprattutto - e il modello di business che più si adatta in questo contesto è di tipo misto pull/push a seconda del timing delle stagioni e delle tipologie di prodotti.