È la gestione delle scorte la chiave per sopravvivere all’omnicanalità?
Per i rivenditori multicanale sta diventando sempre più difficile sopravvivere nella giungla "Amazon-ica". Bob Ferrari of Supply Chain Matters ha recentemente portato ad esempio il fallimento di The Sports Authority.
Mentre Amazon investe senza sosta per aumentare la propria agilità sul mercato e ridurre i costi, i rivenditori sono anche alla ricerca di un modo per rimanere in gioco. Gli analisti del settore hanno individuato un collegamento diretto con l'ottimizzazione delle scorte. Se i rivenditori ottimizzano le scorte – in maniera dinamica allineando la loro supply chain alle mutevoli preferenze dei clienti - possono allocarle in modo da soddisfare la domanda con il più basso costo possibile.
In un recente report, James Cooke, analista di Nucleus Research, ha spiegato il problema di fondo: la maggior parte dei rivenditori omnicanale adotta una strategia ibrida, e soddisfa gli ordini online sia dai negozi che dai centri di distribuzione. Cooke fa tuttavia notare che in questo modo non si tiene conto degli elevati costi di gestione delle strutture brick-and mortar. Ecco perché.
I centri di distribuzione sono progettati per la ricezione, lo stoccaggio e la spedizione. Il prodotto è organizzato per l'accesso rapido: l'articolo viene movimentato secondo l'istruzione ricevuta in modalità wireless, immagazzinato in maniera efficiente per un veloce recupero, in modo da rendere tutta l'attività più produttiva.
I negozi sono pensati per i clienti: la loro disposizione non è progettata per operazioni efficienti, come in un centro distributivo, e il tempo impiegato per raccogliere gli articoli ordinati online distrae i commessi dai loro acquirenti in carne e ossa. Secondo Nucleus il costo del lavoro per ogni articolo prelevato dal negozio è in genere sei volte superiore rispetto all'operazione analoga svolta in un magazzino.
Di sicuro in questo modo non ci avviciniamo neppure a competere con Amazon, non solo per la sua peculiare tipologia di commercio, ma soprattutto tenendo conto degli ultimi investimenti in logistica che comprendono centri di distribuzione locali, servizi commerciali globali, e mezzi di trasporto via mare e via aria (proprio il 5 maggio Amazon ha annunciato di voler raddoppiare la propria flotta di Boeing 767 usati per le consegne).
Cooke afferma che presto, con l'automazione di magazzino, un addetto Amazon potrebbe riuscire a prelevare fino a 600 articoli all'ora, mentre un commesso di negozio è in grado di prelevarne 10-15 nello stesso tempo. Nell'articolo pubblicato il 9 marzo sul suo blog Supply Chain Matters, Bob Ferrari cita uno studio condotto da EKN Research in collaborazione con Aptos secondo il quale i retailer spendono 18 centesimi per ogni dollaro di incasso allo scopo di soddisfare le aspettative dei clienti in relazione al servizio omnicanale.
L'80 per cento dei rivenditori presi in esame dichiara che i costi di gestione e di evasione di questi ordini è aumentato in media più del 5% rispetto agli anni precedenti.
Cooke raccomanda l'adozione di un software per la pianificazione delle scorte in grado di anticipare gli ordini meglio degli strumenti di previsione tradizionale, in modo da ridurre i costi di evasione ordini e migliorare la reattività della supply chain allocando maggiori volumi di scorte nel depositi centrali.
Un software per la pianificazione della domanda è in grado di disaggregare le previsioni di vendita fino al livello di dettaglio della singola SKU (stock keeping unit). Analizzando i dati provenienti dai negozi e gli aggiornamenti relativi alle vendite online, può formulare previsioni di vendita per canale e definire le scorte necessarie nei punti vendita per i clienti tradizionali e in un centro di distribuzione per i clienti online. Questi dati confluiscono nel software di ottimizzazione delle scorte per calcolare i valori di stock ottimali per ogni SKU in ogni location, favorendo il deposito centrale per la domanda online prevista.
"I rivenditori omnicanale che non dispongono di strumenti di ottimizzazione delle scorte perdono terreno nella loro battaglia con Amazon dal momento che il gigante dell'e-commerce continua a investire in tecnologia per ridurre i costi", spiega Cooke. "Per restare competitivi, i rivenditori tradizionali non possono più esitare quando si tratta di adottare l'intelligenza software e allocare la maggior parte delle scorte per le vendite online a livello di deposito centrale".