La tassazione doganale delle royalties
LA CORRETTA DETERMINAZIONE DEL VALORE DOGANALE DEI BENI E LA TASSAZIONE DOGANALE DELLE ROYALTIES.
Un tema che interessa le imprese, se ne discute a Milano con Sara Armella e Marco Cutaia.
Il 14 giugno 2018, a Milano, si terrà un workshop organizzato dalla sede milanese dell’AICE (Associazione Italiana Commercio Estero), con relatori l’avv. Sara Armella e il Dott. Marco Cutaia, Direttore dell’Agenzia delle dogane di Milano 3.
L’incontro ha l'obiettivo di illustrare la recente sentenza della Corte di Cassazione 6 aprile 2018, n. 8473 che, per la prima volta in Italia, si è espressa sul tema della tassazione doganale delle royalties.
Il caso esaminato riguarda un importante gruppo tedesco, assistito dall’avv. Sara Armella, ma è molto frequente e interessa tutte le società che importano, da fornitori terzi, prodotti oggetto di licenza.
Due i rapporti contrattuali: da un lato, il contratto di fornitura internazionale di beni, provenienti dal Far east; dall’altro, il contratto di licenza e utilizzo del marchio.
La corretta determinazione del valore doganale dei beni, in questi casi, è oggetto di un vasto contenzioso tra Agenzia delle dogane e operatori.
Nel sistema della supply value chain, non solo le multinazionali, ma anche le piccole e medie imprese esternalizzano il processo produttivo, delegando a manifatture del Far East la realizzazione del prodotto finito, su progettazione e marchio occidentali.
L’azione di accertamento della dogana va a contestare la mancata inclusione, nel valore del bene, della percentuale di royalty corrispondente all’utilizzo del marchio. I corrispettivi dei diritti di licenza sono aggiunti alla base imponibile, con contestazione dei dazi e dell’Iva, oltre alle rilevanti sanzioni previste dalla normativa doganale.
La sentenza afferma due punti di grande interesse.
Da un lato, ribaltando l’indirizzo espresso più volte nel recente passato, la Cassazione stabilisce che l’Iva non può essere contestata, ove sui diritti di licenza sia già stata assolta, anche mediante reverse charge.
Sotto questo profilo, si tratta di una sentenza pilota destinata a modificare radicalmente i processi in corso e la prassi dell’Agenzia delle dogane. Anche dal punto di vista economico la precisazione è importante, perché gli accertamenti di questo tipo coinvolgono valori molto alti e l’annullamento dell’Iva equivale a circa un abbattimento di due terzi della pretesa contestata, anche in termini di sanzioni e interessi.
L’altro punto di novità della sentenza, destinato a far discutere, riguarda la tassazione doganale di beni immateriali, come i diritti di licenza del marchio. L’attuale organizzazione produttiva è caratterizzata dalla frammentazione dei processi su scala internazionale: i prodotti finiti sono il risultato di materie prime, progetti, proprietà intellettuale, semilavorati provenienti da continenti e da imprese diverse.
Anche la normativa si è evoluta di pari passo e, attualmente, la tassazione doganale tiene conto anche della “smaterializzazione”, ossia della crescente incidenza dei beni immateriali, quali software, progetti e marchi, che assumono rilievo nella determinazione del valore dei beni e possono concorrere alla base imponibile dei diritti doganali e dell’Iva all’importazione.
Non esiste una formula che stabilisca con esattezza la tassazione doganale dei marchi, perché diversi sono gli indici da prendere in considerazione e occorre un'approfondita analisti di tutti i rapporti contrattuali.
Di questa complessa materia si parlerà, con casi pratici e interventi del pubblico, nel Workshop organizzato da AICE.
L’evento è gratuito e possono parteciparvi anche le aziende non associate AICE.